Regia di Tim Burton vedi scheda film
Inclassificabile e sconnesso, geniale un pò prolisso, sbilanciato ma a tratti uno spasso lo spiritello porcello di Burton è nonostante tutto il film che ha messo in mostra il suo talento visionario di regista specializzato nel fantastico come nucleo tematico da cementare ai blocchi di partenza e su cui poi costruire le sue favole gotiche, i suoi musical animati e non o la rappresentazione di personaggi della cultura popolare rivisitati attraverso la sua ottica come il successivo "Batman" che lo lancerà definitivamente nel firmamento dei grandi registi holywoodiani dell'ultima generazione di virtuosi capaci di sfruttare il mezzo computerizzato per rifinire ed ampliare l'aspetto immaginifico del loro cinema piuttosto che metterlo al centro dello spettacolo come attrazione principale.
"Beetlejuice" è una storia di fantasmi, esorcismi, porte per l'aldilà e ritorni continui aldiquà, mostri sibilanti e rappresentazioni bizzarre di spiriti e demoni fra cui emerge il personaggio inarrestabile del titolo interpretato da un ottimo Michael Keaton che con questo film salirà alla ribalta come il suo regista, il tutto è inquadrato dalla parte dei fantasmi coniugi Maitland defunti di fresco interpretati da Geena Davies e Alec Baldwin che non riescono ad immedesimarsi troppo nella loro realtà o per meglio dire surrealità di novelli sposi spiriti imprigionati in casa senza alcuna parvenza di spaventevolezza nei confronti dei nuovi inquilini che hanno una figlia depressa ed interessata all’aldilà inteso come luogo di arrivo risolutivo delle sue turbe adolescenziali.
La situazione è paradossale visto che i Deetz invece di essere preoccupati o impauriti dal fatto di dover vivere in una casa infestata sembrano esserne entusiasti un po’ per il mistero dell’occulto e un po’ per moda come a dire che è una novità che prenderà piede avere degli spiriti in giro per casa, in più la funerea figlia Lydia che ha il volto di una Winona Ryder alle prime armi, e si vede, ha la capacità di comunicare con i Maitland generando una affezione reciproca superiore a quella con i suoi scapestrati genitori, è per questo che sulle loro vite aleggia Beetlejuice: è uno spirito indipendente fuoriuscito dall’ufficio che gestisce i fantasmi dall’oltretomba e si occupa di esorcismi al contrario ossia scaccia i viventi dalle case infestate, basta pronunciare il suo nome tre volte ed entra in azione, su questo personaggio Burton costruisce le sequenze migliori del suo film proprio perché lo spiritello porcello si prende gioco dei Maitland, terrorizza i Deetz e corteggia Lydia con prestazioni perennemente in bilico fra l’orrore più raccapricciante, come quando si trasforma in un rettile a sonagli e il tono cartonish della sequenza in cui i Maidland penetrano nel plastico dove Beetlejuice vive e li accoglie con il suo show virtuosistico spettrale ma bisogna constatare che nonostante il titolo del film sia lo stesso del personaggio esso non si possa classificare come il suo protagonista ma come l’elemento che riesce a sollevarlo dalla monotonia combinando due umori abbastanza incompatibili come la paura ed il divertimento, i protagonisti a mio parere non sono ne i coniugi defunti ne i nuovi inquilini bensì loro figlia Lydia che deve fare i conti un po’ con tutti ma il suo personaggio non è ben definito e la Ryder non fa breccia nei nostri cuori anche perché si fa fatica a concepire la sua frustrazione in un quadro così oscillante fra tetro e calci nel retro e mai drammatico, in sostanza il film funziona alla grande quando Keaton entra in azione con il suo spirito indemoniato che gli calza a pennello servito ottimamente da un delirante copione e dagli ottimi effetti speciali ma ha il fiato corto quando non c’è lui in scena e ci sono Jones, Baldwin e via discorrendo con le loro personalità piattarelle porcelle e doti attoriali standard e dozzinali che più Standa non si può, vorrei sottolineare che Keaton compare in meno di un quarto del film, mentre fra le divagazioni diverte non poco la raffigurazione dell’ufficio collocamento spiriti gestito dalla mitica Sylvia Sidney: un vero inferno dove i morti sono rimasti nella condizione fisica nel momento del decesso come la squadra di football ammaccata da una mischia fatale o l’impiegato schiacciato da un camion cha ha sul corpo le tracce dei pneumatici ed è spesso come un quaderno.
L’idea di Burton di creare una commedia horror è in parte riuscita ma il suo talento visionario è già ampiamente in bella vista in questo film tragichorrorcomico e pensare che in origine c’era una sceneggiatura in pista del veterano del genere horror Michael McDowell in cui Beetlejuice voleva far fuori i Deetz e violentare Lydia ma non andò così ed il film ebbe successo tanto che ne fu pianificato un sequel intitolato “Beetlejuice goes hawaiian” per il quale Keaton e la Ryder firmarono un precontratto ma il coinvolgimento di Burton nei film di Batman e il suo successo come regista stroncarono il progetto che non credo verrà mai realizzato, francamente non se ne sente la mancanza.
Il solito cane
Un legno impalato
E' il suo film preferito di quelli in cui ha recitato e credo che la spiegazione sia dovuta anche al fatto che il suo personaggio è memorabile grazie alla sua prova maiuscola.
Acerba
Lei calza la figura di artista da quattro soldi priva di talento
Ordinario
Mitica e ironica la sua prova
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