Regia di Tim Burton vedi scheda film
Non uno dei film che preferisco di Tim Burton, ma un’opera comunque originale e godibile, parte di un cinema nostalgico e citazionista.
Questa volta, il regista non mira a raccontare una delle sue solite fiabe gotiche, ma dirige una satira sul tema delle case infestate da demoni. La sceneggiatura, ben scritta e ispirata, tratteggia una trama succulenta e spassosa che ci fa entrare immediatamente nell’habitat Burtoniano popolato da luoghi sinistri e mostriciattoli che non fanno mai inorridire veramente, rivelandosi unici nella loro tragicomicità.
I protagonisti sono due fantasmi divenuti tali senza che abbiano quasi avuto modo di rendersene conto e che si vedranno ben presto sfrattati dalla loro amata casa, da una nuova famiglia. Vani e grotteschi saranno i loro tentativi di spaventare i nuovi inquilini per spingerli a fuggire, perfino quando ricorreranno all'aiuto di un eccentrico esorcista che lavora al contrario – un esorcista che si occupa di scacciare i viventi per dare pace agli spiriti.
Dunque, non c'è da meravigliarsi se questo si è rivelato uno dei primi film di successo di Tim Burton.
La miscela estrosa, dark e burattinesca del regista riesce suscita curiosità e trasporta in un mondo fantastico e autoironico in cui effetti speciali, freaks, cimiteri, fantasmi e personaggi fuori dalla norma faranno da padroni.
Ritmo costante, messa in scena adeguatamente farsesca, scenografie cupe e suggestive, nonostante siano in buona parte artefatte, e ottimo il cast, che concede delle interpretazioni simpatiche.
Bravi Alec Baldwin e Geena Davis, ma i migliori sono Michael Keaton, davvero memorabile e istrionico nei panni di Beetlejuice, e Winona Ryder, adorabile e perfetta nel ruolo di una ragazzina dark, timida e depressa.
Nel complesso è un piccolo, grande cult, di fine anni ottanta.
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