Regia di Marcello Aliprandi vedi scheda film
Adattamento in chiave moderna del più famoso dramma teatrale di Ugo Betti, il film vorrebbe allargare la denuncia sui mali della giustizia all'intera società. In effetti il messaggio finale è di un pessimismo desolante: la corruzione serpeggia anche tra coloro che dovrebbero combatterla e nessun personaggio è davvero innocente. Non lo è il protagonista, il giudice Zani (non Cusani!) intepretato da Franco Nero, fondamentalmente onesto ma disposto a calpestare anche i sentimenti in nome della carriera. Non lo è neppure la figlia del presidente Vanini, che dietro il suo apparente candore nasconde un inconfessabile segreto. Un film, insomma, ammirevole per le intenzioni e che poteva essere davvero ottimo, viste la delicatezza e l'eterna attualità del tema trattato, ma che, dopo un incipit promettente, viene penalizzato da una sceneggiatura troppo stiracchiata (fatta eccezione per qualche momento di tensione) e da una regia in tono minore, con alcune situazioni (vedi lo stupro) ai limiti del grottesco. Rimane, però, l'ottima prova del cast, in cui ben figurano anche Gabriele Ferzetti e due attrici a me sconosciute: Mara Danaud e Giovanna Benedetto.
Di Pino Donaggio. Passabile ma ripetitiva.
Voto:6,5
Qualcosina di buono tira anche fuori, ma poteva e doveva fare meglio.
Bravo soprattutto nell'ultima parte.
Il migliore del cast insieme a Ferzetti.
Buona anche la sua prova nei panni dell'ispettore del ministero.
L'unico un pò sottotono, anche per colpa del doppiaggio in milanese.
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