Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
"Devo andare per la mia strada..."
"Ma quale strada, io sto lavorando sul mio primo milione e tu perdi ancora tempo su otto secondi!"
Il Junior Bonner di Peckinpah è un eroe sul viale del tramonto, un perdente consapevole di esserlo ma non per questo rassegnato e sconfitto, il mondo è andato avanti e il progresso è un mostro che non si può fermare, con le sue rumorose ruspe delimita le grandi praterie del west e l’occhio malinconico del cowboy non può far altro che guardare.
Ma le persone non si possono cambiare e Junior va avanti per la sua strada, giorno dopo giorno scandisce la sua vita con i ritmi del rodeo, sfidando da una città all’altra il pericoloso toro Sunshine, nero ammasso di muscoli, indomabile per più di 8 secondi.
Il famoso rodeo di Prescott gli fornisce l’occasione di ritrovare tutta la sua famiglia, il padre scavezzacollo e inaffidabile che sogna di partire per l’Australia (per fare fortuna come cercatore d’oro), la madre ormai rassegnata ma disposta al perdono e il fratello capitalista pronto a vendere tutte le loro proprietà per costruire un centro residenziale.
Peckinpah sviluppa il film alimentando il contrasto fra questi personaggi, ma il suo stile è meno aggressivo del solito, in alcune scene fondamentali ci trasmette una tensione tangibile che alla fine non esplode mai pienamente.
Anche il regista come il protagonista del suo film sembra ormai rassegnato, la rabbia si è trasformata in malinconia, le uniche speranze vengono riposte verso i sogni e le sfide, l’Australia è una miraggio che promette avventura e libertà, mentre il toro Sunshine non rappresenta altro che l’ennesima sfida del campione a se stesso e al tempo che passa inesorabilmente.
Junior Bonner (McQueen) è un eroe romantico ormai giunto al capolinea, una figura caratteristica uscita da un vecchio film western che Peckinpah inserisce in un mondo che non gli appartiene più, sia lui che suo padre Ace (Robert Preston) sono alla ricerca di una via d’uscita, di una porta magica che li riporti indietro nel tempo, ad un passato glorioso fatto di libertà e grandi spazi.
L’ultimo Buscadero è un film sorprendentemente delicato e a tratti persino poetico, le tematiche care al regista sono ovviamente presenti ma per una volta la violenza lascia campo libero ai sentimenti, nonostante questo la messa in scena non perde mai di vigore e non mancano le sequenze degne dell’arte visiva di Peckinpah.
Di McQueen è quasi inutile parlare, un attore dall’immenso talento naturale oscurato solo da una personalità incontenibile e da una presenza scenica unica e inimitabile, con la sua camminata zoppicante ma indomita e il suo sguardo malinconico che vale più di mille parole Junior Bonner resta uno dei più bei ritratti di perdente nell’intera filmografia dello specialista Peckinpah, e il merito è tutto di un grandissimo McQueen.
Voto: 8
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