Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
"Junior Bonner" è un lavoro atipico nella filmografia di Sam Peckinpah, perchè è , pur se ripropone ambienti e personaggi tipici del suo cinema , adotta una chiave narrativa più leggera e meno feroce: dopo il sangue e l'escalation di violenza di "Cane di paglia", il regista girò questa commedia amara su un campione di facciata e magnifico perdente in realtà, asso del rodeo e in mezzo a una situazione familiare sismica. Steve McQueen e Robert Preston, figlio e padre coinvolti in uno scontro che li vede potenziali alleati in quanto inguaribilmente "diversi" e rigorosamente non allineati: Peckinpah li mette a confronto in almeno un paio di scene di toccante verosimiglianza, riflessioni sul fuoriclasse che si sente inadeguato rispetto alla "vita normale". In più, la sequenza della gara con il toro è un gioiello di tecnica e capacità autoriale, legata alla scansione del tempo e alla fluidità delle immagini, e il finale in cui l'antieroe sceglie di rimanere lo stesso con le gomme a terra ma libero, e con il dono fatto al padre scombinato sognatore è la giusta conclusione di un capitolo a sè stante in un'opera registica intrisa di disillusione, esplosioni di brutalità e una laconica mancanza di fiducia nel genere umano.
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