Regia di Sergio Martino vedi scheda film
L'americano Billy, compositore di colonne sonore cinematografiche che vive in Italia, viene approcciato da Alice, bella ragazza che lo seduce per rivelarsi poi una spia alla ricerca di un orsetto di peluche chiamato Arturo. Dietro a tutto questo c'è la formula della benzina sintetica, dal valore inestimabile.
Spy movie all'italiana: ne esistono pochi esemplari e, se si osserva bene questo Un orso chiamato Arturo, si capisce bene perché. Un veterano come Sergio Martino, con una discreta produzione a parargli le spalle (a opera del fratello Luciano) e con un cast tutto sommato di rilievo, non arriva a fare meglio di così: un pasticcio di azione, complotti, misteri e buoni sentimenti che – sia pure destinato alle famiglie – non va da nessuna parte. Il versante leggero/comico del copione (del regista e di Nino Marino) è davvero poca cosa, quello rosa forse persino peggio; rimangono l'avventura e l'action, ma per quanto dietro e davanti la macchina da presa ci siano nomi di tutto rispetto, il prodotto non si distacca mai dalla mediocrità. Il richiamo a Un pesce di nome Wanda (Charles Crichton, 1988), tutt'altra roba naturalmente, è palese solamente nel titolo; qui a farla da padrone sullo schermo sono George Segal, Carol Alt, Mattia Sbragia, Edmund Purdom, Doris von Thury e c'è anche un ruolo laterale per Stefano Masciarelli. Una delle ultimissime regie per il grande schermo da parte di Martino: dato il lampante declino del cinema (e in particolare di quello di genere, a cui il Nostro ha dato tanto) è abbastanza presumibile che non sia stata una decisione a cuor leggero, ma comunque sacrosanta. 3/10.
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