Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film
Alle prese con una vicenda ambientata fra l’immaginario staterello mitteleuropeo di Marshovia e Parigi, Lubitsch si trova nel suo elemento naturale nel mettere in scena le eterne schermaglie di una storia d’amore che procede tra malintesi, litigi e rappacificazioni fino all’immancabile matrimonio. Più sentimentale la prima parte (con alcune belle invenzioni: il giorno che Chevalier inizia a corteggiarla la MacDonald scorre le pagine del suo diario, lasciate tutte vuote da quando le è morto il marito, e riprende la scrittura; quando il guardaroba vedovile viene interamente rinnovato, anche il cane da nero diventa bianco); più divertente la seconda per l’entrata in scena di Horton, ambasciatore di Marshovia a Parigi; ma l’insieme è molto ben amalgamato.
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