Regia di Aldo Fabrizi vedi scheda film
Aldo Fabrizi passa alla regia, pur mantenendo per sè il ruolo del protagonista, con il 'neorealismo in trasferta' di quest'opera scritta peraltro dallo stesso Fabrizi in collaborazione con Fulvio Palmieri (Luciano Serra pilota, Mio figlio professore) e Piero Ballerini (Piccolo hotel, sua anche la regia, è il suo titolo più famoso). I toni sono quelli tanto cari all'attore romano della commedia dei buoni sentimenti: entro la fine del film avremo assistito ad una serie di problemi e disgrazie ed alla riparazione di ciascuno di essi, con un finale addirittura esagerato nella sua ferrea volontà di concludere sbrigativamente e positivamente le vicende. Ave Ninchi (che l'anno precedente Fabrizi aveva avuto spesso come compagna di set: nel Delitto di Giovanni Episcopo, in Natale al campo 119 ed in Vivere in pace) viene scelta come spalla, e giustamente, ma nel cast ci sono anche un giovane Adolfo Celi, Nando Bruno e Saro Urzì; a contribuire all'atmosfera strappalacrime, al momento giusto intervengono le musiche di Alessandro Derevitsky. Ciò che in fondo conta, al di là del non disprezzabile risultato, è che Fabrizi abbia dimostrato discrete capacità anche come regista; si applicherà spesso nei prossimi anni, girando 9 film in 9 anni. 5,5/10.
Muratore romano prende moglie e figlia e se ne va in Argentina a cercare un futuro migliore. Il primo trova lavoro, la seconda si dispera e la terza si innamora di un ingegnere, ricambiata. L'uomo, assecondando la moglie, comincia a raccogliere i soldi per il ritorno, ma le difficoltà sono tante...
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