Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Il rapinatore Maurice Faugel, da poco rilasciato dal carcere, salda un conto in sospeso con il conoscente Varnove, uccidendolo e derubandolo di un ricco bottino in gioielli. Successivamente, si reca nella casa dove vive con la giovane Therese e qui organizza un colpo, con la collaborazione di altri malviventi, Jean e Silien; messo rapidamene in opera il piano, insieme ad un ulteriore bandito, Remy, è interrotto dall'arrivo della polizia; egli riesce ad uccidere un poliziotto, ma Remy è ferito a morte. Convinto che potrebbe essere stato tradito da Silien, ne organizza l'assassinio, innescando un'inarrestabile spirale di morte. Pur non avendo una buona conoscenza del genere noir, immagino che questo film di Jean-Pierre Melville si avvicini di molto al "prototipo" del genere. I personaggi sono tutti negativi, sia tra i malviventi, sia tra i pochi poliziotti presenti nel racconto, subdoli e prepotenti; i personaggi appartenenti alla prima categoria sono destinati a non morire di vecchiaia; sanno che una fine violenta, per fatalità, per determinazione altrui, per coincidenze di eventi, per "rischi del mestiere", è sempre dietro l'angolo. Consapevoli, anche a livello inconscio, del loro destino, questi personaggi si destreggiano con dimestichezza nell'ambiente della malavita, tra bar e sale da gioco, vestiti eleganti, belle donne amanti del brivido e succubi dei "loro" uomini, occasioni da sfruttare, e con l'inseparabile compagnia di sigaretta e bicchiere, per smorzare l'inevitabile tensione. Tra i molti elementi negativi - avidità, ambiguità, fredda determinazione nell'uso della violenza - trovano spazio anche dettagli positivi; amicizia, fedeltà, e qua e là barlumi di speranza di poter un giorno uscire dal "giro". Nel racconto imbastito da Melville, non agevole da seguire - a questo proposito, risulta molto utile il riassunto degli eventi fatto da un personaggio nella seconda metà del film - ciò non accade; uno dietro l'altro i personaggi principali fanno una brutta fine. Il ritmo non è sostenuto, la sceneggiatura concede molto spazio ai dialoghi, mentre l'azione è quasi assente. Tra i personaggi, ho apprezzato la caratterizzazione di Silien - ottimamente apprezzato dal Jean-Paul Belmondo - un soggetto enigmatico, le cui reali intenzioni paiono tanto oscure da lasciar immaginare che conduca non un doppio, ma un triplo, o anche quadruplo, gioco. Buone prestazioni per Serge Reggiani (il feroce Faugel) e Michel Piccoli (Lushenco). Le donne, la sfortunata Therese e Fabienne, sono interpretate rispettivamente da Monique Hennessy e Fabienne Dali. L'uso delle tonalità di grigi in luogo del colore contribuisce alla creazione di un'atmosfera cupa ed oppressiva; la colonna sonora accompagna con discrezione la storia. Ottimo film appartenente ad un genere a me poco noto; degno di nota per caratterizzazione dei personaggi e del contesto.
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