Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film
andrea lavora nell'officina meccanica del fratello a san frediano, ma la maggior parte del proprio tempo lo occupa facendo il galletto, come andava di moda in quegli e seducendo ragazze su ragazze come fosse un bisogno per vivere. lo chiamano "bob" come un attore americano famoso in quegli anni, ma la didascalia ad inizio film avverte che era un nomignolo canzonatorio e dispregiativo. insomma, andrea-bob è un perditempo che combina una tal mole di casini che alla fine pensa bene di scappare, ma viene riacciuffato dal fratello maggiore che giustamente lo riaccompagna a casa a suon di calci nel sedere. la sua amatoriale arte amatoria lo porta a provarci con qualsiasi gonna o paio di tacchi attiri la sua attenzione in maniera compulsiva, al punto che mentre si recava all'appuntamento con una ragazza si perde dietro ad un'impiegata che si reca al secondo lavoro di maestrina e non contento a spiare delle ballerine di varietà dove ne riconosce un'altra dalla quale ha ricevuto un impensabili quanto impossibile due di picche per la sua incontenibile voglia di far conquiste. alla fine il nostro episodio vintage di neo-realismo rosa si srotola svagatamente verso il finale in cui qualcuno di maturo deve intervenire per far rigare dritto quell'impenitente bugiardo.
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