Regia di Gordon Douglas vedi scheda film
La Dickinson non mostra le celebri gambe, ma questo non nobilita di certo la pellicola, anzi finisce per aggiungersi agli altri handicap di un melodramma scialbo, dai contorni intuibili e che lascia alquanto indifferenti. Semmai, desta ilarità il ferreo dogmatismo della "missionaria" che esce dallo scontro con la naturalezza, assennatezza e saggezza degli indigeni, con le ossa rotte, dimostrandosi assai più lungimiranti dell'indottrinata infermiera la cui santimonia, naturalmente, verrà ben presto smascherata, poiché, si sa, c'è chi predica bene e razzola male o, meglio, predica male ma razzola bene (a seconda dei punti di vista).
Segnalo almeno che appartiene al leggendario Max Steiner.
Aspetto smagliante, ma è un coniglio cavato fuori da un cilindro che appare e scompare in un lampo. Solo un'illusione.
Non incide. Poco coinvolto.
Se avesse mostrato gli arti inferiori forse qualche stilla di adrenalina avrebbe iniziato a scorrere nelle arterie dei protagonisti maschili - alquanto spenti - traendone giovamento anche il film. Invece, nisba.
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