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Un genio, due compari, un pollo

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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daniele64

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La recensione su Un genio, due compari, un pollo

di daniele64
7 stelle

Western scanzonato con un bel trio di protagonisti ...

E' una pellicola discreta ma parecchio discontinua , che paga forse anche una lunghezza ( oltre due ore ) non proprio necessaria . Ma ciò potrebbe anche essere dovuto alle note difficoltà di montaggio causate dalla misteriosa sparizione del girato originale , oppure al fatto che il regista Damiano Damiani , reduce da ottimi risultati con film impegnati (come " Quien sabe ? " o " Il giorno della civetta " ) , non era particolarmente portato per la commedia . Il registro dell' opera infatti è prevalentemente comico , anche se non mancano alcuni inserti decisamente più seri , da western vero , come il bellissimo incipit ( che la leggenda narra sia stato girato da Sergio Leone , produttore del film ! ) . Anche le parti leggere hanno comunque diversi momenti particolarmente riusciti ( come si intuisce sin dall' esilarante entrata in scena di Terence Hill ) , grazie anche alla buona alchimia che sembra essere nata tra i vari protagonisti . Terence Hill , dopo il successo de " Il mio nome è nessuno " , stava cercando di consolidare la sua carriera solista , affrancandosi dall' ingombrante vicinanza di Bud Spencer , ma naturalmente il suo personaggio mantiene tutte le caratteristiche di quelli che lo hanno portato al successo : sbruffone , infingardo , svelto con la lingua e con il cervello , abile con le mani e con la pistola . I due coprotagonisti , evidentemente imposti dalla coproduzione transalpina , sono lo sconosciuto ( qui da noi ) cantautore canadese Robert Charlebois e la francesina Miou Miou , graziosa ed ingenuamente sexy  , che risultano davvero molto efficaci con la loro simpatia . L' antagonista invece è il mellifluo Patrick McGoohan , che i miei coetanei ricorderanno protagonista del serial " Il prigioniero " . Tra i comprimari del multinazionale cast si fanno notare il polacco Klaus Kinski , il francese Jean Martin , il tedesco Raimund Harmstorf ed i nostrani Piero Vida e Benito Stefanelli . La produzione non deve aver lesinato troppo con il finanziamenti , come si vede dalle magnifiche locations americane , con tanto di Monument Valley ( e  scusate se è poco ! ) , splendidamente fotografata da Giuseppe Ruzzolini . Molto carine pure le spigliate musichette  di sottofondo , create ovviamente da Ennio Morricone . Damiani , come già detto , magari non era il regista più adatto ad un film dal piglio così scanzonato , ma conosceva bene il mestiere e non dirige male . Secondo me , complessivamente , si avvicina al 7 ...

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