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Il prigioniero di Zenda

Regia di John Cromwell vedi scheda film

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La recensione su Il prigioniero di Zenda

di mondolariano
6 stelle

Un po’ datato anche per gli amanti del vecchio cinema, il film stempera dramma e avventura in una commedia indefinibile a spiegarsi. Carino, leggero, fiabesco che più fiabesco non si può, legato al mito della regalità e di tutto ciò che compone il bagaglio culturale della vecchia Europa (un imprecisato regno situato ai margini dell’Impero austro-ungarico). Ma, nonostante l’eccesso di romanticismo, il ritmo non manca e funziona a meraviglia, merito anche dell’originalissima trama tratta da un celebre romanzo, di cui questa versione si presenta ancora come la migliore: costumi, scenografie, castello sul lago e cura dei particolari. Il protagonista è un attore poco noto ma vale più di Stewart Granger nella versione successiva. C’è anche un giovane David Niven e un ottimo Raymond Massey, che poi reciterà come Jonathan in “Arsenico e vecchi merletti”. L’attempato Aubrey Smith aveva allora 74 anni e un attore cinematografico la cui nascita risale al 1863 comincia a fare un certo effetto...

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