Regia di Steno vedi scheda film
Lo sbirro Piedone entra in scena mollando un calcio, dopo due minuti e mezzo di film: è solo l'inizio di una vera e propria odissea del cazzotto, in cui le indagini poliziesche passano in secondo o terzo piano per fare il dovuto spazio alle manesche imprese del commissario napoletano. Si tratta di un lavoro essenzialmente per famiglie, già dalla morale secondo cui è molto meglio osservare con attenzione una gragnola di pugni in faccia scaricati con violenza compulsiva (anche e soprattutto quando non pare neppure il caso di alzare le mani), che vedere estrarre dalla fondina un'orribile ed esecrabile pistola. Bud Spencer trova la sua via senza il partner già definibile 'storico', Terence Hill, incontra un buon successo di pubblico ed il sodalizio con Steno durerà per altri tre film della serie; la storia è realmente ridicola, farcita di luoghi comuni e completamente priva di approfondimento (si parla di droga continuamente, ma guai a mostrare concretamente il problema), tanto da fare perfino rivalutare - quantomeno per il 'coraggio' di temi, personaggi e situazioni - l'epopea di Nico Giraldi, che sta per avere inizio (Squadra antiscippo, 1976) e che rappresenta in sostanza una specie di Piedone politicamente scorretto. 4,5/10.
Piedone, ovvero il commissario napoletano Rizzo, risolve i casi a suon di pugnoni, rifiutandosi tassativamente di adoperare la pistola di ordinanza. Il rissoso energumeno si trova a dover indagare su un traffico di droga che rivela la presenza in città del clan dei marsigliesi. Altri cazzotti faranno giustizia di un aiutante doppiogiochista e dei feroci trafficanti.
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