Regia di George Cukor vedi scheda film
Confesso di essere un po’ tonto: ho passato metà del tempo a domandarmi “ma quando comincia questo pranzo? qui siamo ancora ai preparativi”. Questa è infatti la trovata geniale del film, perfetta dimostrazione di come il cinema sia la quintessenza della vita: mandare fuori scena i personaggi proprio nel momento in cui si accingono a recitare le vuote forme della vita di società, perché a nessuno interessano le conversazioni mondane che si intrecciano attorno a una tavolata di gala. Ciò che invece è stato raccontato fino a quel momento è un complicato intreccio di drammi personali (di natura economica o sentimentale), tenuti nascosti agli occhi degli altri ma messi impietosamente davanti agli occhi dello spettatore. Uno dei punti estremi della Hollywood anni ’30, per il coraggio di svelare le miserie umane nascoste dietro la facciata (non va dimenticato che l’anno prima Cukor aveva diretto appunto A che prezzo Hollywood?): Norma Desmond è già lì, da qualche parte, a sognare il tempo che fu. E in quest’ottica spicca la toccante interpretazione di John Barrymore, in cui è quasi impossibile distinguere il personaggio dall’attore.
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