Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Il personaggio era già stato trattato da Chaplin una quindicina di anni prima, camuffandone il nome in Verdoux; la differenza sostanziale con questo lavoro di Chabrol è che qui si fa il punto (anche) sulla società, sui riflessi che la vicenda ha su di essa e sulle responsabilità che il contesto sociale ha nella storia, mentre nel film di Chaplin ciò che importava era innanzitutto la psicologia dell'omicida seriale. Bravo Denner come protagonista, un ruolo affatto facile per le sue sfaccettature (colto, ma malvagio; assassino, ma gentiluomo; crudele, ma ironico), soggetto e sceneggiatura di Françoise Sagan, cameo di Queneau nelle vesti del presidente del consiglio Clemenceau. La storia, è risaputo, è assolutamente vera pur nella sua bizzarria e nei suoi risvolti inverosimili; Chabrol è bravo nel non abbandonarsi a facili strascichi romanzati ed il finale, con la scelta di mettere in scena l'esecuzione di Landru, è necessario per quanto quasi doloroso: è infatti difficile non prendere in simpatia il folle protagonista. 6/10.
Landru è un galantuomo non bello, ma affascinante, che fa numerose conquiste negli anni della prima guerra mondiale, quando buona parte degli uomini francesi è sul fronte. Il suo piano diabolico consiste nel farsi nominare erede unico dalle sue donne, per poi eliminarle. Scoperto dopo 11 omicidi, servirà come notizia d'effetto per coprire l'armistizio che chiude la guerra.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta