Regia di Frank Capra vedi scheda film
Un’ereditiera superciliosa e un giornalista brusco si spostano da Miami a New York in pullman, a piedi e in auto: lei fugge dal padre che le proibisce di sposare l’uomo di cui si è invaghita, lui fiuta lo scoop. Prototipo della commedia sentimentale on the road, blandamente interclassista, ovviamente prevedibile non solo nel lieto fine ma anche nel progressivo e reciproco avvicinamento fra i due: lui le insegna l’umiltà e il buon uso del denaro, lei gli mostra come fare l’autostop e impara a leggere dentro il proprio cuore. Due personaggi che nella vita reale pochi sopporterebbero ma che sugli schermi hollywoodiani, serviti dalle interpretazioni di Gable e della Colbert, funzionano. Senza dimenticare che siamo nell’America della grande depressione (sul pullman c’è una donna che si sente male per il digiuno), ma anche che per Capra può esistere un capitalismo dal volto umano (il padre è quello che ha capito tutto, e agisce come un sornione deus ex machina). Con la trovata maliziosa delle mura di Gerico, che nell’ultima scena crollano al suono di una trombetta per bambini.
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