Regia di Nanni Loy vedi scheda film
Film apparentemente leggero, ma in realtà ben solido e forte di un discorso politico e sociale che non passa mai in secondo piano rispetto alla trama. L'italiano in America è un tema facilmente preda di luoghi comuni e burle, qui invece Loy ha saputo costruire un racconto intriso di vera e propria ansia, perfettamente incorniciato nel momento storico in cui è stato girato, con un protagonista dotato come Paolo Villaggio, in un ruolo per lui atipico, ma comunque bravo. Il finale la dice lunga sulle intenzioni del lavoro: non c'è nessun falso pietismo o tolleranza di facciata, che è poi la morale del fim stesso. Ottimo in quanto a realismo delle situazioni, un po' meno nel ritmo della storia, a volte un po' lento.
Un ragioniere di Busto Arsizio è spedito negli Stati Uniti per prelevare un giocatore di basket di colore da portare in Italia. Ma l'atleta è impegnato in prima linea nelle battaglie antidiscriminatorie e tutto attorno a lui si scatena il finimondo; l'italiano, sperduto in America, insegue il giocatore, lo ritrova e finisce per diventargli amico. Ma in uno scontro il giocatore finisce ucciso.
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