Regia di Joel Schumacher vedi scheda film
A scanso di equivoci, "Ragazzi perduti" (il titolo originale "The lost boys" è un rimando ironico alla favola di Peter Pan, dal momento che il film è incentrato su ragazzi che rimangono sempre giovani) è una sciocchezzuola innocua e oltre modo prevedibile, non certo paragonabile ad altri film vampireschi, anche contemporanei (su tutti "Il buio si avvicina" della Bigelow). Eppure è divertente, dinamico, simpatico. Curioso mix di teen commedia e horror, funziona più sul primo versante che sul secondo. Questo grazie alla spiritosa presenza della goffa e pasticciona coppia di acchiappa vampiri formata dai fratelli Ranocchio, sempre pronti a fornire i consigli più "saggi" nella lotta ai principi della notte (a Sam dicono senza dubbi: "Uccidi tuo fratello: ti sentirai meglio!"). Sono affidati a loro e a Sam, il fratello minore del protagonista, i momenti migliori e più esilaranti del film (si pensi alla cena con Max, spasimante della mamma di Sam, in cui i tre fanno di tutto per capire se l'uomo è un vampiro, alla fallita missione alla caverna dei vampiri o alla scena in cui i tre entrano in chiesa, durante un battesimo, e riempiono una borraccia di acqua santa tra l'incredulità generale dei presenti). Il resto, al di là di qualche efficace ripresa aerea per materializzare gli attacchi dei giovani vampiri, è piuttosto ovvio e convenzionale tra corse in moto nella nebbia alla "gioventù bruciata", salti nel vuoto dal ponte mentre passa un treno (la sequenza più riuscita nell'apprendistato vampiresco del protagonista), attacchi notturni per trovare nutrimento, un'inutile parentesi sentimentale, il duello finale tra il presunto capo dei vampiri e Mike (e se l'omicidio del personaggio di Sutherland è telefonato, sono risolte brillantemente le esecuzioni degli altri due giovani vampiri, uno gettato nella vasca piena di acqua santa e aglio, grazie al provvidenziale intervento di Nanuk, il cane di Sam, data la proverbiale inettitudine dei fratelli Ranocchio, l'altro infilzato con una freccia e fulminato a contatto con lo stereo tanto che Sam ironizza parlando di "morte in stereofonia"). Schumacher, reduce dal successo di "St. Elmos fire", alle prese ancora con il mondo giovanile, confeziona un film certamente meno riuscito e fresco del precedente, ma veloce e spigliato, banale senza essere completamente cretino. In suo aiuto comunque, anche in questo caso come per il film con Rob Lowe e Demi Moore, interviene un cast studiato ad hoc: accanto ai belli e saranno famosi Kiefer Sutherland (la sua trasformazione in vampiro, durante l'assalto notturno ai ragazzi alla spiaggia ha un suo fascino e perché) e Jason Patric (a dire il vero sempre un po’ imbambolato), spiccano i "piccoli" Corey Haim, Corey Feldman e Jamison Newlander. Menzione speciale per il folle e bizzarro nonno dei due protagonisti, interpretato da Barnard Hughes: memorabile la frase con cui accoglie i nipoti in casa, già preoccupati di trovarsi in una località alla "non aprite quella porta": "Se tutti i morti ammazzati di questo posto si risvegliassero di colpo, la sovrappopolazione sarebbe un problema!". Insolito ma piacevole vedere l'alleniana Dianne West in un film del genere: sembra un pesce fuor d'acqua ma proprio per questo funziona. Battuta da ricordare: "C'è lavoro da queste parti?" chiede Mike appena arrivato a Santa Carla a un ragazzo del posto che replica serafico e chiaro: "Niente di legale!" Prodotto da Richard Donner che inizialmente avrebbe dovuto dirigerlo ma poi ha dovuto rinunciarvi per dedicarsi ad "Arma letale". Comunque si respira un po’ l'aria buffonesco/avventurosa del mitico "Goonies" girato dallo stesso Donner un paio di anni prima e con cui condivide il protagonista Corey Feldman. Scritto da Janice Fisher, James Jeremias e Jeffrey Boam. Musiche di Thomas Newman, magnetica fotografia del grande Michael Chapman (due titoli su tutti "Taxi driver" e "Toro scatenato"). Nella ricca colonna sonora da segnalare "Cry little sister" che fa da tema musicale, mentre sui titoli di coda si sente "Don't let the sun go down on me" di Elton John cantata da Roger Daltrey. Saturn Award nel 1988 quale miglior horror (premio quanto meno esagerato considerato che tra i concorrenti c'erano anche "Il buio si avvicina" e "La casa 2"). Azzeccata la frase di lancio internazionale: "Dormire tutto il giorno. Festeggiare tutta la notte. Non invecchiare mai. Non morire mai. È bello essere un vampiro." Citato in un monologo de "Le iene" quando Mr Orange afferma di voler stare a casa a vedere "Ragazzi perduti". E infatti Tarantino ne è un suo dichiarato fan. Con un seguito, uscito direttamente in dvd, intitolato "Lost boys: the tribe" in cui tornano solo i personaggi dei fratelli Ranocchi.
Voto: 6
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