Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
E' la prima volta che mi accosto a questo musical stupendo e suggestivo di Vincente Minnelli, regista padrone della materia, che traduce in immagini addirittura pittoriche un' idea in sè geniale.
Si respira fin da subito l'aria bucolica di certi quadri del ' 700 che ritraevano deliziose pastorelle immerse in ameni paesaggi campestri, e direi che sta proprio in questa precisa caratteristica la forza del film, e la suggestione che esercita.
Probabilmente per il pubblico moderno di oggi sarebbe improponibile, per il ritmo rilassato e lento, ma mai noioso, da cui bisogna lasciarsi trasportare, lontano dal gusto attuale, eppure l'eleganza e la classe, la bellezza semplice e schietta di scenografie e coreografie ne fanno un' opera di sicuro valore, che a me personalmente è molto piaciuta.
Un film onirico, affascinante che ci fa scivolare dolcemente in un mondo fiabesco e totalmente immaginario, che probabilmente rappresenta un' oasi di pace lontana dal mondo e dai suoi mali, un' evasione momentanea dalla realtà, dove il tempo pare essersi fermato e tutti sono felici, sereni.
O quasi, perchè per qualcuno anche quel piccolo mondo antico, è limitato e limitante quanto una prigione.
Brigadoon è un paesello del ' 700, nascosto tra le brume scozzesi, che ricompare per un giorno con tutti i suoi abitanti, ogni cento anni.
Fuori dai suoi confini non si può uscire, pena la fine di tutto.
Un miracolo, o forse una maledizione.
Il paese protegge i suoi abitanti e allo stesso tempo, li imprigiona.
Due forestieri americani, durante una battuta di caccia, arrivano per puro caso al paese, in fermento per il matrimonio imminente di due giovani del luogo.
Il più cinico e disincantato dei due, non vede l'ora di andarsene e tornare nel suo mondo reale, ma l' altro più romantico e sognatore (un sempre in splendida forma Gene Kelly) finisce per innamorarsi ricambiato della sorella della sposa, la bella Viola.
Sarà disposto per amore a sacrificare tutto per restare con la donna che ama?
Brigadoon è un film che con leggerezza sorprendente ci propone una metafora sul senso che diamo alla vita, sul valore delle cose e delle persone perdute compreso sempre troppo tardi, - come dice il protagonista verso il finale quando torna in Scozia - sulla capacità di sacrificio e rinuncia per un bene più alto, e per amore di qualcuno, lasciando andare dubbi, paure e sicure certezze che ci legano al nostro vecchio mondo.
Il film in sè, imponeva un lieto fine che forse può apparire lievemente scontato, (forse il messaggio del film, se di questo si può parlare, sarebbe risultato più efficace se il finale fosse stato diverso) ma è un dettaglio che nulla toglie al valore assoluto dell'insieme, con le musiche scozzesi trascinanti, con i suoi balletti su sfondi di erica dipinta che cattura l' occhio e lo immerge nel tutto.
Immagino quanto sarebbe stato suggestivo vedere questo film su grande schermo, ma ho dovuto accontentarmi della tv di casa mia.
Un film da riscoprire, sicuramente.
4 stelle e mezzo.
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