Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Re del botteghino,soprattutto nelle seconde e terze visioni,Totò ebbe rare occasioni di far cambiare opinione alla critica dell'epoca,che spesso lo bollava come comico di serie B,o sprecato in troppi film (il che poteva anche essere vero,talvolta).Una di queste è stata "Dov'è la libertà",che ebbe vita non semplice a causa dell'ondivaga presenza di Roberto Rossellini,ed infatti,se il finale è attribuito generalmente a Fellini,sembra che alcune scene vennero realizzate da Monicelli.Il film è una malinconica parabola su un ingenuo,che si è macchiato di un "delitto d'onore",che,una volta fuori dal carcere vede tante di quelle brutture,e subisce così tante delusioni,da invocare il ritorno in gattabuia come sua vera e propria dimensione. Totò,vittima di raggiri,bugie,imbrogli e prepotenze,presta la sua maschera sghemba ad un Candido non innocente,ma convinto di aver agito per Giustizia,purtroppo destinato a cocente rammarico per aver buttato via la propria esistenza,senza aver capito con chi ha ed ha avuto a che fare."Dov'è la libertà" è un dramma che si presta ad esser letto come racconto metaforico sulla perdita d'innocenza sia della società,che di un modo di pensare troppo bonario (e anche troppo superficiale,forse?!?),che riserva malinconie e asprezze,senza mai cavalcare scene madri,con le quali sarebbe stato probabilmente più facile suscitare la commozione dello spettatore.Invece la pellicola è gestita con sobrietà,moderazione,e tende ad andare al sodo per disegnare il proprio messaggio sconsolato.Curiosità,come doppiatori di personaggi secondari figurano sia Nino Manfredi che Alberto Sordi.
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