Regia di John Landis vedi scheda film
Erik e Kent, freschi d'iscrizione al Faber college, negli Stati Uniti, tentano d'inserirsi nella prestigiosa confraternita studentesca della Omega House, ma non hanno successo. Sono, pertanto, accolti nel club Delta, la cui regola è ... non avere regole ! Contestualmente, il rettore Wormer, in accordo con i membri della Omega, s'adopera per liberarsi, una volta per tutte, del club Delta, ritenendo che esso sia nocivo all'immagine dell'istituto, soprattutto di fronte alle autorità locali. Agli studiati attacchi che ricevono, i ragazzi della Delta rispondono con l'irriverenza, la fantasia, l'insofferenza alle convenzioni ed alle regole. Divertente e ben interpretato, vidi questo film diverse volte da ragazzo, mai per intero; sempre, prima un pezzo, poi un altro, in attesa dell'"epica" conclusione. Anche da spettatore anagraficamente più maturo, mi sento di confermare l'apprezzamento. Sul filo conduttore della contesa tra confraternite, il regista John Landis concantena una sequenza di episodi divertenti, aventi come protagonisti un gruppo di giovani per i quali la frequentazione del college segna, per prima cosa, il trionfo della voglia di libertà e di piacere; questo nichilismo - temporaneo, perchè l'intelligente trovata di raccontare, poco prima dei titoli di coda, quale sorte attende i protagonisti, dimostra che i membri della Delta, in larga parte, "torneranno nei ranghi" - anima le loro giornate e serate, tra stravizi alcolici, festeggiamenti sfrenati, corteggiamenti insistenti delle ragazze disponibili in zona. Questo colorito stile di vita contrasta con i rigidi formalismi della confraternita rivale, la Omega, organizzata in una struttura verticistisca, all'apice della quale vi sono personaggi tanto cultori dell'esteriorità, quanto sottomessi alla volontà delle autorità costituite. "Primus inter pares" tra i membri della Delta è John "Bluto" Blutarsky, ottimamente interpretato da John Belushi. Bluto, con i suoi modi grezzi ed il suo edonismo grossolano, dimostra un'estrema e sincera voglia di vivere non mediata da schema sociale alcuno, se non il sentimento di amicizia che prova per i suoi compagni più stretti, "Pinto", "Otter", Hoover, Larry, il "pacioccone" Kent, Boon, quest'ultimo costantemente sotto rimprovero della bella Katy, la sua fidanzata, la quale lo giudica immaturo, come tutti i suoi compagni. Tra le sequenze che ho apprezzato di più, lo scherzo con il cavallo finito male, il dilemma delle "coscienze", il "raid" nel collegio femminile con conseguente figuraccia nel pub frequentato da persone di colore e, naturalmente, la sarabanda finale. Il racconto è ambientato nel 1962, prima dell'affermazione dei diritti civili, ma anche prima di un massiccio coinvolgimento in Vietnam; le ambientazioni chiamano alla mente un'America di provincia benestante e godereccia; un ottimismo destinato a venir meno in un prossimo futuro. Per quanto ne so, questo film ha dato vita al filone "college movies"; non è proprio il mio genere, avendo visto successivante solo i vari episodi di "La Rivincita Dei Nerds", quindi mi è difficile dare giudizi; immagino che pochi titoli si avvicinino ai livelli dell'opera di John Landis, della quale non so trovare gravi difetti. La sua volgarità "goliardica" è in grado di divertire, anche grazie a molte trovare originali; trasmette dei valori, ha un buon accompagnamento sonoro, ed è degnamente interpretata.
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