Regia di John Landis vedi scheda film
Il prototipo di tutte le commedie demenziali a sfondo collegiale e, ancora adesso, la numero uno in assoluto. Serve aggiungere altro?
"Cosa? È finita? Hai detto finita? Non finisce proprio niente se non l'abbiamo deciso noi. È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cazzo che è finita! E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare." (John "Bluto" Blutarsky)
Nel 1978 John Landis ha regalato al mondo il talento puro di John Belushi, trascinatore irresistibile e goliardico di questo cult generazionale anarchico e rocambolesco: "Animal House" è un concentrato puro di energia e umorismo demenziale sparato in faccia allo spettatore senza ordine o preavviso ed è una sorta di prequel spirituale di quello che sarà il successivo "The Blues Brothers", nel quale il talento qui ancora acerbo di Landis e del mattatore John troveranno definitiva e immortale consacrazione. Ma ivi è già contenuta una buona dose di follia politicamente scorretta e di gag farsesche che prendono di mira le istituzioni americane e la "meglio gioventù" degli anni '60, i primi ritratti come inadeguati e ridicoli manichini senza reale autorità, i secondi come asserviti e impotenti figli di papà viziati e presuntuosi che regolarmente, da vincenti quali credono di essere, risultano pateticamente perdenti. In particolare a tenere banco è lo scontro fra le due confraternite dell'università di Faber, la Omega (quella dei borghesi) e la Delta (quella dei cazzoni), e i problemi disciplinari di quest'ultima con il rettore Wormer. Dopo bravate varie, il celeberrimo toga party (al quale si imbucano persino l'intraprendente figlia del sindaco e l'annoiata moglie del rettore) e tante prese per i fondelli il rettore, con l'appoggio della Omega, decreta l'eliminazione della confraternita Delta e l'espulsione dei suoi componenti dal college per gli scarsissimi risultati scolastici. Ma John "Bluto" Blutarsky, Eric "Otter" Stratton e tutti gli altri non ci stanno e mettono in atto la loro vendetta nella parata di fine anno, dando vita ad un casino talmente gigantesco da mettere definitivamente nel ridicolo i loro già risibili nemici...
Non si può non rimanere conquistati dalla simpatia e goliardia dei Delta, guidati dal mito sregolato di Bluto/Belushi, gli apparentemente sfigati che covano un'enorme vitalità e la cui unica preoccupazione pare essere organizzare scherzi, farsi tutte le ragazze disponibili, bere alcolici, fumare e fare festa come se non ci fosse un domani. Pare proprio che non si possa dire lo stesso dei frigidi (in particolare dal punto di vista sessuale) Omega, tutti vestiti, pettinati e ripuliti per benino, calmi e pacati, sani e istituzionalizzati, lecchini e ipocriti (mi sembra di parlare dei miei, per fortuna, ex-compagni di classe del liceo; quando si dice che certe cose non cambiano mai), militarizzati e neo-nazisti (quel coglione di Doug Neidermeyer ne è l'emblema), perfetti giovani americani e futuro orgoglio del loro strapompato paese. La differenza è evidente nelle rispettive cerimonie di inziazione delle matricole: gli Omega sembrano una setta di satanisti invasati che praticano la sottomissione dei nuovi arrivati, mentre i Delta, dopo i primi schiamazzi e fischi finiscono per accettare tutti, buoni belli e brutti. Leggendo qualche critica ai modelli negativi e alla comicità scurrile del film, ho potuto constatare che ad essere frigidi e snob non sono solo gli Omega ma anche qualche utente con la puzza sotto il naso di FilmTv e siccome oggi mi sento particolarmente Bluto e credo che ognuno meriti di essere preso per il culo (goliardicamente s'intende) per le belinate che scrive/dice, vi invito a leggere le recensioni dei seguenti utenti se volete farvi delle grasse risate alla faccia loro: nortek2007, Panglos, Axeroth, chribio1 (ahahahah ma dai), annamartori, metallopesante, Evilangel, al3x (ma da uno con un nickname così merdoso cosa ci si può aspettare?). Che siano loro gli eredi del gruppo Omega? Il fantasma di Neidermeyer aleggia su tutti noi.
Centrale è anche lo sberleffo delle istituzioni americane con particolare riguardo a quelle scolastiche, ormai vecchie e mummificate sulle loro posizioni conservatrici e incapaci di arginare il moto di ribellione e di allegra baldoria che bolliva in pentola nei mitici anni '60. C'è chi può continuare a considerare dei perdenti gli studenti del gruppo Delta, ma almeno sono perdenti con dignità, che pur di non rinunciare alla loro voglia di divertimento e alla loro esuberanza sono pronti a sfidare la società in cui vivono, da anti-eroi anarchici, politicamente scorretti e menefreghisti quali sono. E l'unica figura adulta al passo coi giovani è quella del professor Dave Jennings, interpretato dal grande Donald Sutherland, capace di rapportarsi con essi e assumere le sembianze di mentore (e magari, per non farsi mancare niente, anche di amante). Ciliegina sulla torta è il finale-parodia di American Graffiti, in cui si viene informati dell'ironico futuro dei protagonisti e viene rincarata la dose di risate nei confronti degli odiosissimi borghesucci.
Qualche caduta di ritmo c'è e lo stesso materiale di partenza appare un po' grezzo, ma il cast di giovani attori (alcuni dei quali avranno un futuro mentre molti altri finiranno dimenticati) funziona a meraviglia e le trovate comiche di Landis, unite alle improvvisazioni fulminanti di Belushi, reggono alla grande il gioco, accompagnate da un tappeto sonoro Rock/Folk/R&B che è una cifra stilistica del regista in questione. "Animal House" è un cult ancora adesso divertente e trascinante ed un appuntamento da non perdere ad ogni suo passaggio televisivo. Per ricordarci il nostro diritto ad essere (moderatamente) smodati e (incorreggibilmente) scorretti, quel tanto che basta per divertirsi.
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