Regia di Fred M. Wilcox vedi scheda film
Una ragazzina capricciosa e viziata, rimasta orfana, viene catapultata nella stantia dimora nobiliare dello zio. Maturerà, e farà maturare gli altri. Buona versione del celeberrimo romanzo.
Mi pare che tutto fili liscio in questo film. Risente, come tutte le riduzioni, della compressione dell'opera letteraria, ma la pellicola è riuscita e piacevole da vedere : il ritmo non conosce momenti di stanca, gli attori sono bravi (specie l'espressiva protagonista O'Brien) e la regia riesce a creare le atmosfere e ambientazioni adatte. A questo proposito, alcune sequenze sono sicuramente connotate da accenti gotici, cioè quelle ambientate nella tetra dimora nobiliare dove si svolge la vicenda, e questo prima che il genere “gotico” nascesse. Detto a margine, quelle case così inospitali e fredde, popolate a volte da un'umanità ugualmente fredda, devono aver realmente ispirato il genere letterario e cinematografico.
Il film ha anche il merito di evitare le scene zuccherose e la commozione a comando, come pure certi stereotipi hollywoodiani, rimanendo sul piano dei sani buoni sentimenti. Del resto, la vicenda raffigura un percorso di maturazione umana, fatto di urti e momenti difficili, per tutti i personaggi coinvolti. La ragazzina protagonista, quasi senza volerlo, fa scorrere acqua fresca negli stagni putridi di quella dimora imbalsamata, con dentro immersi segreti marci e assurdi, ed albergata da idee sbagliate, frutto della stupidità e dell'egoismo di alcuni personaggi. E lei stessa si toglierà di dosso la spocchia e il disprezzo per la servitù che le erano stati insegnati dalla madre nell'India coloniale.
Il regista Wilcox non è un autore, però è uno di quei bravi artigiani di cui si sente tanto la mancaza.
PS
La pellicola è in bianco e nero, ma contiene alcune stupefacenti sequenze a colori.
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