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Amore senza fine

Regia di Franco Zeffirelli vedi scheda film

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La recensione su Amore senza fine

di maso
6 stelle

Il mio odio smodato nei confronti di Franco ZeffiGrelli potrebbe far si che il commento su questo film si limitasse ad una stroncatura cattiva e gratuita ma c'è un fatto che non va trascurato: son due volte che ci appiccico sopra gli occhi senza emettere sbadigli, quindi il giudizio tende innegabilmente verso il positivo.

Il nucleo del racconto è una storia d'amore un pò prematura ma sincera fra due adolescenti provenienti da famiglie diverse, più umile quella di David più altoborghese quella di Jade: i due protagonisti scelti sono Martin Hewitt e Brooke Shields, lui verrà bruciato da questo film ma a mio avviso se la cava egregiamente nei panni di questo ragazzo disperato e sconvolto dall'atteggiamento del di lei padre che nel bel mezzo dell'idllio gli tarpa le ali vietandogli di vedere la ragazza che al contrario Brooke Shields interpreta da cani come al solito e non è un caso che una solida professionista come Shirley Knight nel ruolo di sua madre cercò in ogni modo di convicere ZeffiGrelli ad affidare il ruolo a un'attrice magari meno bella ma più dotata, invano ovviamente.

La prima parte è zuccherosa ed edulcorata con i due ragazzi che seguono lezioni di astronomia e trascorrono serate a casa Butterfield finchè gli ospiti se ne vanno e loro possono farlo davanti al caminetto, ma se da un lato Ann Butterfield li spia colpevolmente vogliosa di imitarli o per meglio dire di sostituirsi alla figlia dall'altro lato il marito non sopporta granchè un giovanotto che gira per casa a chiappe scoperte e si scopa la figlia appena quindicenne ed è per questo che vieta al ragazzo di vedere Jade fino alla fine della scuola.

David la prende male e non sa come recuperare terreno, ci pensa un esordiente Tom Cruise a dargli l'imbeccata sbagliata nei suoi primi sessanta secondi ad Hollywood in un ruolo che ha comunque un notevole peso specifico nell'economia della storia visto che David da fuoco a casa Butterfield con l'intento di salvare Jade e passare da eroe ma verrà incriminato seppur nessuno si è fatto male.

Come in Arancia Meccanica all'ingresso di Alex nel carcere qui inizia la parte lacrimogena della storia con il calvario di David in un istituto di igene mentale mentre i suoi cari si disperano proprio karasciò, la mamma affidata al premio Oscar Beatrice Stright è particolarmente efficace ma lo si deve all'attrice veterana che aveva ricevuto la statuetta come miglior attrice non protagonista in Network e qui fa una parte analoga solo che la radice del suo male non è un marito fedifrago ma un figlio innamorato e in confusione che non si può però considerare pazzo e vuol quindi evadere da quella prigione piena di pazienti guasti in testa.

I dottori gli danno ragione e lui può quindi dopo due anni di prigionia andare alla ricerca di Jade del quale è ancora innamorato.

Il terzo atto del film concede qualche finezza registica notevole, da uno stunt impressionate a delle riprese di New York luminosissime, ma in generale la regia di Zeffirelli mi ha soddisfatto come quasi mai è successo, la luce in particolar modo è molto bella in tutta la pellicola che alla fine sbroglia tutti i suoi nodi lasciando in sospeso quello fra David e Jade con il ragazzo che l'ha ritrovata al pari della prigionia, spetta a lei ora infrangere le sbarre e dare una continuità alla loro storia.

La cosa più bella del film è in definitiva la canzone di Lionel Ritchie dal titolo omonimo cantata da Diana Ross e il suo autore che venne battuta alla corsa all'Oscar 1982 da Arthur's theme.

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