Regia di Mario Amendola vedi scheda film
Modesto film comico-parodistico, dove Franchi senza Ingrassia imita il giustiziere americano di Charles Bronson senza uccidere nessuno. Poco visto ieri e oggi anche perchè prende di mira il malcostume italiano di assessori e medici menefreghisti dei problemi del prossimo, con lezione morale finale per grandi e piccini.
In un fantozziano mondo di casa nostra dove chiunque cerca di fregare il prossimo, l' impiegato ministeriale Franco Gabbiani (Franco Franchi) stanco di subire e vedere ingiustizie, si ispira al noto film americano "Il Giustiziere della notte" con Charles Bronson e con addosso dei finti baffetti neri posticci inizia a vendicarsi di piccoli torti e scherzi subiti per poi prendere di mira certa gente conosciuta a sue spese: Un grosso vigile urbano inflessibile con gli estranei ma molto tollerante con i suoi amici ricchi, un medico primario menefreghista e un assessore comunale che lascia marcire i sacchi dell' immondizia per le strade, combinando a loro degli scherzi goliardici da solo o con l' aiuto di alcuni cittadini incazzati. Un gruppetto di terroristi vestiti di nero vorrebbe usare il Giustiziere di mezzogiorno per far recapitare alla questura un pacco bomba ma Franco scopre involontariamente il loro intento e riesce, a suo modo, a farli arrestare dalla polizia per poi essere perdonato dal questore per i suoi atti di giustizia privata.
Modesto filmetto comico parodistico talmente povero di mezzi da essere stato girato in presa diretta, dove Franchi senza Ingrassia imita il giustiziere americano di Bronson senza uccidere nessuno. Il momento più violento del film è quando Il Giustiziere di Mezzogiorno scopre dei giovani cretini in motocicletta che si divertono a fare degli scherzi rispondendo con il telefono per chiamare il taxi quando i clienti chiamano e li fa scappare via dopo averli frustati a dovere con un calzino riempito di monete da cento £ire, l' unica scena parodiata dal film ispiratore. A parte un Franco Franchi davvero insolito, i pochi personaggi secondari non sono un gran che: La moglie isterica di Gabbiani con tanto di figlioletta terribile, una grassa collega d' ufficio bolognese che cerca invano di sedurlo scrivendogli delle orrende poesie d' amore e un dottore assenteista rappresentato come un nobile snob con tanto di erre moscia e l' hobby per l' equitazione.
Nel cast compaiono alcuni poco noti attori che furono, caratteristi di secondo piano della commedia italiana degli anni settanta come Gigi Ballista nel solito ruolo del cummenda milanese, in questo film il capo ufficio di Franchi, il medioman di turno Vincenzo Crocitti e il "boteriano" ciccione Franco Diogene. Una parodia poco vista ieri e oggi anche perchè prende di mira il malcostume italiano, con una lezione morale finale per grandi e piccini. La canzone in inglese dei titoli di testa composta dallo sconosciuto Ubaldo Continiello intitolata "Call Revenger" sembra la sigla di un cartone animato. Una breve farsa da quattro soldi sicuramente più rilassante dei molto più seri e violenti poliziotteschi italiani contemporanei a questo film e i vari Revenge Movie americani vecchi e nuovi, con o senza Bronson. Roba che all' epoca inorridiva tutta la cinecritica italiana, che spesso tacciava certi film commerciali italiani e stranieri, girati solo per fare dei facili incassi, di fomentare la violenza criminale e di propagandare chissà quale logica reazionaria e neofascista.
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