Espandi menu
cerca
I cannoni di Navarone

Regia di J. Lee Thompson vedi scheda film

Recensioni

L'autore

79DetectiveNoir

79DetectiveNoir

Iscritto dall'11 febbraio 2020 Vai al suo profilo
  • Seguaci 16
  • Post 82
  • Recensioni 340
  • Playlist 7
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su I cannoni di Navarone

di 79DetectiveNoir
7 stelle

Grande film, malgrado una parte centrale onestamente soporifera. Voi invece conoscete I cannoni di Navarino? Ex bidello del liceo Sabin di Bologna che, tra una fotocopia e varie occhiatine alle ragazzine, se li fumava in corridoio? Tipo meno sexy di Peck ma una volpe come Niven.

locandina

I cannoni di Navarone (1960): locandina

scena

I cannoni di Navarone (1960): scena

Gregory Peck

I cannoni di Navarone (1960): Gregory Peck

 

Ebbene, oggi recensiamo, in occasione della sua pregiata uscita in 4K Blu-ray, un grande classico intramontabile della cinematografia mondiale, ovvero l’indiscutibile I cannoni di Navarone (The Guns of Navarone). I cannoni di Navarone, film del 1961 della robustissima e mai noiosa durata di due ore e trentotto minuti, scanditi da un perenne, adrenalinico pathos spettacolare e compattamente diretto magistralmente dal compianto J. Lee Thompson, nato all’anagrafe come John e spesso accreditato, anche nei dizionari, come Jack. Che, con questo suo instant classic, nient’affatto datato malgrado dalla sua uscita siano trascorse ben sei decadi esatte, raggiunse un vertiginoso successo di pubblico pressoché inaspettato. Poiché, come attentamente osservato da molti, I cannoni di Navarone fu e rimane uno di quei pochi film ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale che ottenne largo successo immediato, ricevendo altresì gli unanimi plausi d’una Critica che lo elogiò in maniera entusiastica. Strano, nevvero? Soprattutto considerando che, perlomeno in quel periodo, precisamente a ridosso della fine del succitato conflitto bellico, ci pare molto strano che la gente, a eccezion fatta per l’appunto nei riguardi di questo film, non fosse interessata a pellicole incentrate su tale periodo storico che coinvolse direttamente, in primis, gli Stati Uniti.

Tornando invece al suo regista, J. Lee Thompson, nacque a Bristol in Inghilterra e forse, permetteteci di pensare quanto vi stiamo subitaneamente per dire, dovette tifare molto per il combattivo suo connazionale stagista Winston Churchill.

Lee Thompson, un regista assolutamente da riscoprire quanto prima, peraltro director, prima e dopo tale suo stupendo I cannoni di Navarone, di molte pellicole girate assieme a uno dei suoi attori preferiti, cioè Gregory Peck. Col quale girò, infatti, il notevole Il promontorio della paura che ispirò l’altrettanto soddisfacente remake Cape Fear di Martin Scorsese, L’adultero, La lunga ombra gialla...

Instaurando col premio Oscar per Il buio oltre la siepe, Gregory Peck, giustappunto, un fruttifero sodalizio artistico davvero rilevante e ispirato.

Peck, il quale è, neanche a farlo apposta, uno dei protagonisti di tale titanico I cannoni di Navarone. Tratto dal romanzo omonimo di Alistair MacLean, adattato per l’occasione dallo sceneggiatore Carl Foreman (written for the screen by). L’autore di opere altrettanto memorabil come Il ponte sul fiume Kwai e Mezzogiorno di fuoco.

Messo in scena, come detto, con ferrea mano registica.

Trama: siamo nell’isola greca di Keros. Quattro coraggiosi, partigiani commilitoni, nell’ordine i capitani Keith Mallory (Peck) e il caporale John Anthony Miller (David Niven), il colonnello Andrea Stavros (Anthony Quinn) e il maggiore Roy Franklin (Anthony Quayle), formano insieme a un paio di soldati un commando e si lanciano onorevolmente in una missione intrepida e spericolata. Vale a dire annientare e distruggere dei micidiali cannoni ubicati all’interno della germanica fortezza di Navarone, massiccio fortilizio a sua volta strategicamente celato in una scogliera granitica e apparentemente inscalfibile.

Ce la faranno?

I cannoni di Navarone vinse solo un Oscar, andato agli effetti speciali, sulle sette pregevoli candidature fra cui Miglior Film e Migliore Regia. E, sebbene abbia indubbiamente perso un po’ del suo smalto negli anni, a dispetto d’un suo impianto, così come giustamente sottolineato dal dizionario dei film Morandini, un po’ filosofeggiante e retorico, rimane un imprescindibile film avvincente che tiene incollati alla sua visione dal primo all’ultimo minuto. Coinvolgendoci non soltanto in senso epico e avventuroso, bensì intrattenendoci grandemente in virtù di ficcanti dialoghi d’impatto pregni di sicura, emotiva presa.

Nel cast, la mitica Irene Papas (Il mandolino del capitano Corelli).

 

 

di Stefano Falotico

 

Anthony Quinn

I cannoni di Navarone (1960): Anthony Quinn

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati