Regia di Tim Burton vedi scheda film
Secondo film diretto da Tim Burton sull’uomo pipistrello. Il cast d’eccezione è l’unica nota positiva di un film, in definitiva, deludente. Uno dei punti più bassi toccati dal geniale autore di Burbank, perché troppo estremo da tutti i punti di vista. La fotografia non è semplicemente gotica, bensì buia, i costumi falsissimi, così come le scenografie, ricostruite plastica e gommapiuma, senza verosimiglianza, negli interni degli studi della Warner, e per questo palesemente e miseramente farlocche. Si salvano le sofferte musiche (a detta dell’interessato!) partorite dal fido Danny Elfman.
Destano particolare perplessità i dialoghi e le numerose situazioni decisamente fuori dall’ordinario, tanto che questo film doveva essere una storia per tutti, partendo dalla clamorosa trasversalità del successo mediatico di Batman, ma finisce per essere un film indigesto per certe fasce di età e di pubblico: il disgustoso Pinguino e la voluttuosa Catwoman rubano spazio e battute al protagonista, divenendo a loro volta il fulcro delle vicende. Come numero di pose e caratterizzazione i personaggi affidati a Danny De Vito e Michelle Pfeiffer (entrambi molto capaci nel loro ruolo) rubano la scena a Michael Keaton, come al solito più espressivo con la maschera che a viso scoperto. Non rimane il tempo per un bel bat-niente: niente bat-gadget per esempio!
Se si considera poi l’attinenza della pellicola al fumetto, Burton ed i suoi sceneggiatori falliscono ancor più nell’intento, giacché conferiscono alla pellicola sì un’aurea gotica, ma la pervadono di estremismi e forzature che non appartengono al personaggio delle DC Comics.
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