Regia di Tim Burton vedi scheda film
Diciamolo subito: se il primo “Batman” era più che riuscito, il suo secondo episodio è anche migliore. Prima di tutto per la trama, intrigante e interessante al punto giusto. Poi per lo sfarzoso ed elegante impianto tecnico (scenografie, costumi, montaggio, fotografia). Ma più di tutto per il cast, splendido. La storia segue, a grandi linee, la stessa matrice del precedente: c’è un “cattivo” (il Pinguino) che vuole riscattarsi per un torto del passato (essere stato abbandonato dai genitori nelle fogne di Gotham City perché inguardabile) ed impossessarsi della città (alleatosi con il perfido e senza scrupoli industriale Max Shreck). L’intervento dell’uomo pipistrello si dovrebbe quindi rivelare provvidenziale (nonostante venga diffamato dallo stesso antagonista), ma a mettere i bastoni fra le ruoto c’è la sensuale e malefica Catwoman (che poi altri non è che la segretaria ex-bruttina ed ex-impacciata di Shreck). Ancora una volta il geniale Tim Burton si misura con il tema della diversità, stavolta declinata in personaggi di svariata umanità (o disumanità): il solito Batman tormentato e austero, il malvagio Pinguino, alla ricerca di una propria identità e vittima della sua stessa sete di potere e di vendetta, e Catwoman, perone della causa più estrema e violenta del post-femminismo di fine secolo. Grazie ad una sceneggiatura pregevole e ad una capacità organizzativa ed artistica sempre più raffinata ed accurata, Burton confeziona sottoforma di un blockbuster un delicato e crudele film d’autore che è un altro importante capitolo del suo insolito e coerente percorso artistico. Il mostruoso talento grafico dell’autore è funzionale e necessario alla buona riuscita del film (il Pinguino che con le mani produce l’ombra di Batman ne è un esempio). Poco male se Michael Keaton – il quale compare relativamente poco – è un eroe non sempre convincente, poiché il resto degli interpreti si dimostra come una delle più precise ed intuitive scelte di casting degli ultimi anni, specie in un film ispirato ai comics. E la qualità fondamentale di questa seconda puntata è la coralità del cast, mentre nel primo il pur mastodontico e stratosferico Nicholson era il solo antagonista. Qui c’è un Christopher Walken divertito e maligno e una grande Michelle Pfeiffer più che mai sensuale e vendicativa. Ma soprattutto un magnifico, crepuscolare e memorabile Danny DeVito, che disegna il suo tragico e patetico Pinguino in modo sublime ed eccezionale, da Oscar. Indimenticabile la sua morte, con i pinguini che gli rendono omaggio gettandolo nella putride acque delle cloache.
Sublimi, di Danny Elfman.
Voto: 8.
Divertito e maligno, ottimo.
Magnifico, crepuscolare e memorabile, disegna il suo tragico e patetico Pinguino in modo sublime ed eccezionale, da Oscar. Indimenticabile la sua morte, con i pinguini che gli rendono omaggio gettandolo nella putride acque delle cloache.
Grande prova, più che mai sensuale e vendicativa, perone della causa più estrema e violenta del post-femminismo di fine secolo.
Troppo serioso e tormentato, ma funzionale.
Geniale e intelligentissimo.
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