Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Teso e rabbioso melodramma familiare di ambientazione sudista girato da Minnelli dopo l'ottimo Qualcuno verrà e scritto da Harriet Frank Jr. e Irving Ravetch (che già, in tandem, avevano firmato i copioni di La banda dei dieci, All'ombra del patibolo, La lunga estate calda e L'urlo e la furia e a cui ne faranno seguire un'altra dozzina abbondante, prevalentemente per Martin Ritt) sulla base dell'omonimo romanzo di William Humphrey: un'opera sferzante ed impietosa nella critica al puritanesimo della società americana dell'epoca, sontuosa nella messinscena, animata da pulsioni interne di vibrante impatto drammaturgico che, senza un briciolo di retorica, si fanno strada tra le pieghe della narrazione con potente evidenza espressiva, oltre che sorretta da un ottimo cast d'interpreti e da un ritmo serrato che alterna con squisita sapienza spettacolare scene madri ed intime sofferenze. Minnelli, tra echi e suggestioni dei capolavori più incandescenti di William Faulkner e Tennessee Williams, governa con rigore ed ispirazione la drammatica vicenda di Wade Hunnicutt (un superbo Robert Mitchum), ricco e dispotico proprietario terriero appassionato di caccia e donnaiolo, e dei suoi tormentati rapporti con la propria famiglia, che finiranno per innescare un'inesorabile spirale di odio, rivalità, rancori e vendette. Notevoli le magnifiche prove d'attore di George Peppard ed Eleanor Parker, la smagliante fotografia di Milton R. Krasner e l'eccellente colonna sonora di Bronislau Kaper.
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