Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Buon dramma familiare, che cresce di tensione mentre procede. Il perno della vicenda e il nucleo tematico (anche se non tutti se ne accorgono) è il problema dei figli nati fuori dal matrimonio. E' proprio questo elemento che dirige la vicenda e che innesca una scia di rivalità, odio, non perdono, e persino omicidi. Il problema di per sé non sarebbe grave: frutto di un momento di sbandamento, questi figli dovrebbero essere comunque riconosciuti, amati, e rispettati. Ma il perbenismo di certi ambienti, specie puritani, e le malelingue che non mancano da nessuna parte finiscono per trasformare queste situazioni in una lunghissima catena di sofferenze e ingiustizie. Dicevo anche di non perdono: la moglie di Mitchum, infatti, prese ad odiare il marito subito dopo il matrimonio per aver appreso di un suo figlio illegittimo. A questo proposito stringe il cuore la scena della richiesta di perdono rifiutata crudelmente dalla donna. Il suo respingerlo finisce per favorire il tradimento, e qui altro odio. Poi c'è il loro figlio, di cui per vendetta cerca in tutti i modi di apporpiarsi e di sottrarre al marito. Questi ne soffre, naturalmente, e soffre ancor più quando la verità verrà a galla. Il trauma per l'odio che c'è tra i suoi genitori lo spinge a rifiutare l'amore e il matrimonio solo per paura di ripetere i loro errori. L'ambiente del paese, con quei perdigiorno finti buoni che in realtà seminano zizzagna, sparlano, condannano, e spingono a gesti estremi chi ha fatto della rispettabilità umana il suo idolo... La Parker è una perfetta vipera che cova odio nel seno e solo la tragedia le intenerisce il cuore. Mitchum è l'uomo deluso e disilluso, che non riga dritto ma ha comunque un senso del bene e della giustizia dentro di sé. Ma, forse per smorzare il suo senso di colpa, è troppo duro col figlio illegittimo, e in fondo è corresponsabile della sciagura che ne deriva. L'unico che con la sua calma e pacatezza, esenti da rancore e ambizioni sociali, riesce a combinare qualcosa di buono è proprio il tanto vituperato figlio illegittimo. L'atto di accusa verso una certa società americana è piuttosto forte, e lo si vede anche nella rappresentazione dei due cimiteri. Nessuno canta e nessuno balla, ma Minelli dirige comunque molto bene questo dramma familiare che ricorda Douglas Sirk.
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