Regia di Nunzio Malasomma vedi scheda film
Una telefonista sul lavoro conosce un intrigante tenore che le dà un appuntamento al buio quella sera stessa; ma anche il direttore della ditta per cui la ragazza lavora ha un appuntamento con una sconosciuta ammiratrice quella sera nello stesso luogo. Le coppie si scambiano e cominciano due frequentazioni basate sull’equivoco.
Pur ancora abbastanza giovane (classe 1894), Nunzio Malasomma all’ingresso del sonoro nel cinema aveva già acquisito una discreta esperienza sia come regista che come sceneggiatore, avendo esordito circa un decennio prima in entrambi i ruoli; qui il suo lavoro si limita al set, dietro la macchina da presa, e non è difficile riconoscere ne La telefonista una pellicola tanto spensierata, mirata al più generico intrattenimento, quanto ben confezionata e dotata in specie di un piacevole ritmo e di una manciata di interpreti tutti convincenti. Il gagà di Sergio Tofano e l’innocente telefonista di Isa Pola sono naturalmente il fiore all’occhiello del reparto attori, ma vanno sottolineate anche le prove di Luigi Cimara, Mimi Aylmer e Giovanni Grasso. Ottanta minuti scarsi, ma senza tante sbavature, tratti da una novella di H. Rosenfeld con uno scenario firmato da Ernst Wolff nella riduzione italiana effettuata da Aldo Vergano e Raffaello Matarazzo. Interessante l’apertura musicale con tanto di coreografia da parte delle telefoniste al lavoro. 4,5/10.
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