Regia di Bruno Corbucci vedi scheda film
Bruno e Buffalmacco architettano burle e imbrogli per goliardia o per approfittarsene di qualche ingenua donzella.
Montesano, Banfi e Pippo Franco; Mario Carotenuto, Bernard Blier, Sylva Koscina e Alighiero Noschese; Isabella Biagini, Toni Ucci, Giacomo Furia, Helen Chanel, Paola Tedesco, Maria Baxa; e ancora Luca Sportelli, Nello Pazzafini e Mimmo Poli. Bruno Corbucci dietro la macchina da presa e co-sceneggiatore con Mario Amendola; Scaccianoce scenografo, Rustichelli per la colonna sonora e la fotografia di Kuveiller; la produzione è affidata a Dino De Laurentiis: cosa c'è che non va quindi in questo film? E dire che i mezzi a disposizione erano più che dignitosi, sia il cast artistico che quello tecnico impegnati farebbero ambire a qualcosa di meglio che a una rilettura volgarotta e barzellettistica di alcune novelle boccaccesche. Sulla scia del Decameron di Pasolini (1971), è noto, nel Belpaese si diffuse la mania di girare pellicole a basso/bassissimo costo che, con il pretesto letterario delle novelle goliardiche e approfittando del repentino abbassamento degli standard della censura, mettevano in scena qualche sgangherato sketch erotico condito da battute pecorecce. Da Bruno Corbucci non ci si aspettava certo un capolavoro, ma neppure che si inserisse su tale scia - quella comunemente detta del 'decamerotico' - con un lavoro che dev'essere costato dieci volte almeno uno qualsiasi dei prodotti suoi affini. Peccato, d'altronde in quello stesso 1972 il regista licenziava anche, con cast e toni simili, Il prode Anselmo e il suo scudiero, blanda rilettura del Brancaleone di Monicelli. 3,5/10.
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