Regia di W. S. Van Dyke vedi scheda film
Durante una traversata marina dal Messico a New York, un medico buono e onesto sventa il suicidio di un’indossatrice bellissima, sola e infelice. I due si sposano, ma non riescono a intendersi: dapprima lei scopre il mondo dei quartieri popolari senza però recidere del tutto i legami con gli ambienti altolocati nei quali è sempre vissuta; poi lui accetta di lavorare in una clinica di lusso, tradendo i propri principi, per farle fare una vita agiata. Il film ha avuto interminabili traversie produttive, e probabilmente il risultato finale ne risente. All’inizio la trama ricorda Tramonto di Goulding, ma poi prende un’altra direzione. O meglio, resta incerta su quale direzione prendere: l’azione ristagna, i dialoghi girano a vuoto, vengono introdotti troppi personaggi secondari, ci si perde in un tira e molla con l’ex amante di lei che ha finalmente ottenuto il divorzio e non vuole perderla, anziché sondare i motivi profondi dell’incomprensione fra i due coniugi. Spencer Tracy ha il consueto personaggio solido e affidabile; Hedy Lamarr ha l’aria sempre un po’ imbambolata, ma in fondo è questo il suo fascino. È imbarazzante riconoscerlo, ma direi che Capra ha ripreso pari pari il finale nel suo La vita è meravigliosa.
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