Regia di King Vidor vedi scheda film
Della serie di documentari dedicati alla storia del cinema; Story of Film di Counsins, ho visto per ora solo i primi 2 dischi e in uno di essi, l'autore parlava di King Vidor e del cinema degli anni 20', mettendo in primo piano nella sua trattazione il suo film La Folla (1928); mi sembrava interessante solo che non l'ho mai recuperato sino a poco tempo fà e non ha deluso per nulla le aspettative che si portava. King Vidor và in netto contrasto con tutta la concezione americana del cinema dell'epoca (ma anche odierna), dove Hollywood è l'emblema della fabbrica dei sogni e delle belle speranze. Sin dagli albori al pubblico sono piaciute le storie d'amore, alle quali ci si è appassionato fortemente e Vidor gliene porge una su un piatto d'argento, solo che al narrare di essa compie un gesto molto anti-Hollywoodiano; cioè distrugge e fà a pezzi per la prima volta l'ipocrisia del Sogno americano, di cui la propaganda cinematografica s'è fatta portatrice sin dagli albori. Vidor oltre alla regia, ne cura anche la sceneggiatura così da poter imprimere al meglio il suo forte pessimismo cosmico sulla società di massa odierna (se oggi è raro che ad Hollywood un regista scriva la sceneggiatura del suo film, all'epoca era un qualcosa di fuori dalla realtà presumo).
La Folla più che un film è un vero e proprio trattato sociologico, dove abbiamo per protagonsita John Sims (James Murray), nato il 4 Luglio del 1900 (anniversario dell'indipendenza americana), il cui padre pensava fosse destinato a realizzare grandi cose e ad emergere dal caotico flusso della "folla". Di anni ne sono passati oltre venti e il nostro John ha trovato anche una bella e premurosa moglie di nome Mary (Eleanor Boardman); ma i suoi sogni di ragazzino di diventare qualcuno sono morti da un pezzo e svolge mestamente il suo lavoro di impiegato, tirando a campare tra tante difficoltà.
In sostanza è la storia di un uomo "mediocre" come tanti (tipo il 99% della popolazione mondiale), che aspirava a tanto e credeva di poter governare New York, quando invece la metropoli potrebbe fare benissimo a meno della sua presenza poichè La Folla è un collettivo che non necessita di identificarsi in un individuo, il quale deve seguire mestamente il flusso senza avere alcuna possibilità di poter tentare un'astrazione da essa, poichè tale gesto sarebbe una follia. In questo gioco della vita c'è chi tra varie circostanze riesce ad andare avanti e chi invece resta fermo al palo sgobbando come un mulo per tutta la vita per uno stipendio misero.
La Folla è una mostruosità vitale che si muove a flusso continuo senza sosta, perpetuamente felice e perennemente sorda alla tragedia individuale dei singoli uomini che vivono anche drammi forti, ma il massimo che possono ottenere è un'attenzione momentanea di un giorno, poi però il flusso deve continuare, perchè la Folla non può fermarsi per una sola persona.
L'unica possibilità di poter trovare uno spazio individuale, è il rapporto con i propri congiunti in casa propria, ma la società di massa industriale minaccia il nucleo familiare in modo perenne (il treno fuori la casa che passa in continuazione) e gli stessi parenti altro non sono che vipere arriviste che pensano solo al lavoro e all'aumento di stipendio. John è fortemente stressato da tutto questo, sentendosi un fallito perchè svolge un lavoro che non lo gratifica, è parte di una società sorda al suo dolore (che male la scena al lavoro quando lui che pensa alla figlia che non c'è più) e ha dei parenti che lo considerano un buono a nulla. Il matrimonio che sembrava non poter mai avere fine come lo scorrere delle cascate innanzi alle quali teneramente si baciano John e Mary, diventa sempre più una gabbia e la frustrazione tra i due coniugi aumenta sempre più, rinfacciandosi difetti l'un con l'altro; ma l'unica possibilità per poter sopravvivere in una Folla che andrebbe comunque avanti senza di noi, è quella di avere un conforto con un altro essere umano; potente e struggente sono in proposito i numerosi primi piani dedicati ad un'imbarazzata Mary che dichiara di essere incinta, la cui notizia riempe di felicità John, portando così alla riappacificazione tra i due coniugi.
Vidor ha il coraggio per la prima volta di narrare l'altra faccia del sogno americano, quella più dura, realista e disumana; inoltre ha anche la sfacciataggine di raccontare il secondo tempo della relazione tra uomo e donna, cioè quello che viene dopo il vissero felici e contenti, quando di solito i film romantici si fermano con la loro narrazione. In effetti conto una decina scarsa di film che in oltre 100 anni di storia del cinema, si focalizzano sul matrimonio e sulla vita coniugale e Vidor, con un'anticipo sui tempi di oltre 30 anni sulle varie avanguardie anni 60', ci mostra questo lato così poco esplorato anche da film recenti. Riassumendo in un'unica parola, King Vidor nell'industria dei sogni, porta la "quotidianetà" del realismo moderno, avvalendosi anche di tecniche registiche all'avanguardia che cosnentono al film di essere perfettamente fruibile non solo nel messaggio, ma anche nel linguaggio cinematografico ad oltre 90 anni dalla sua uscita. Macchine da presa nascoste immortalano il flusso della Folla quotidiana, che avvolge le grandi metropoli con un realismo spontaneo e schietto, teleobiettivi posizionati in alto e che mano a mano si avvicinano al singolo individuo seduto alla scrivania, ci fanno percepire lo sguardo del regista, così come tecnicismi arditi come la mdp sullo scivolo che filma i personaggi divertirsi sull'attrazione, sino ad intensi primi piani umani e simbolismi interessanti come le rapide del fiume che sfociano in una cascata per simboleggiare un rapporto sessuale tra i due coniugi immersi nella purezza della natura, lontano dalla caotica metropoli.
La Folla nonostante sia un film muto e possa essere visto come un film appartenente ad un'epoca remota, è una pellicola assolutamente moderna e degna di essere considerata un capolavoro a 5 stelle (l'infleuenza è molto forte sui film successivi, praticamente Wilder con L'Appartamento deve qualcosa a questo film); dare di meno sarebbe un furto innanzi all'assoluta grandezza di questa monumentale pellicola; perciò Mereghetti che gli ha dato 3.5 stelline, alzi il voto a 4 stelline al più presto. Non fu un grande successo (in effetti uscì in piena crisi economica) nonostante un finale più mitigato ed aperto (altra novità per l'epoca) voluto dalla produzione; ebbe solo due nomination all'oscar e venne sconfitto per miglior film da Aurora di Murnau, mentre la regia non datagli fu un furto clamoroso visto che Murnau non c'era nella categoria. Abbastanza inspiegabile a mio avviso la mancata nomination per i due attori protagonisti nelle loro categorie, specie per la Boardman che offre una delle perfomance più intense che si siano viste nella storia del cinema.
Film aggiunto alla Playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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