Regia di John Glen vedi scheda film
Un capitolo minore della saga, dal ritmo incerto e dalla maglia narrativa smorta e piatta.
Agente 007. Zona pericolo (1987): Timothy Dalton
Secondo il parere di diversi critici, Timothy Dalton è lo 007 cinematografico più vicino a quello inventato sulla carta da Ian Fleming: amaro, contenuto e poco spiritoso, a metà fra Sean Connery e Daniel Craig (sesta futura incarnazione del personaggio). Ciò nonostante, il suo primo film nei panni dell'agente segreto è uno dei peggiori, perché alla solare spettacolarità delle pellicole con protagonista Roger Moore sostituisce una durezza inaudita (le scene di pestaggio si venano di note di evitabile sadismo) e una gratuita cupezza che non giova. E anche mettendo tutto questo tra parentesi, lo script di Michael G. Wilson e Richard Maibaum è prolisso e praticamente privo di trovate, non cattura, e si sdraia sul riciclo (le classiche scene d'azione sulla strada, sulla neve, in aereo e in elicottero lasciano il tempo che trovano, anche se l'idea dell'Aston Martin V8 Vantage che s'incastra nella baita di legno è geniale nella sua semplicità). E il trafficante d'armi Joe Don Baker è un antagonista inconsistente. John Glen impone sempre una regia di buona caratura, che non riesce però ad arginare i difetti del copione. Zona Pericolo è quindi un capitolo minore della saga, dal ritmo incerto e dalla maglia narrativa smorta e piatta. Caroline Bliss è la nuova Moneypenny dopo l'addio di Lois Maxwell. Curiosità: è l'unico episodio in cui Bond... non fa l'amore con nessuna donna.
Ultima colonna sonora del grande John Barry per la serie. Il brano The Living Daylights è degli a-ha.
Film PASSABILE (5) — Bollino GIALLO
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