Regia di John Glen vedi scheda film
La quindicesima avventura ufficiale di James Bond segna l'avvicendamento tra l'incartapecorito Moore che aveva già da un pezzo superato i limiti di età consentiti e l'affascinante Timothy Dalton che era stato contattato dalla EON già ai tempi della dipartita di Connery ma rifiutò perchè si reputava troppo giovane e non volle rischiare di essere stritolato dal confronto con l'ormai affermato attore scozzese, c'è da aggiungere che in questo frangente Dalton fu ricontattato come ripiego ad un intoppo imprevisto avvenuto nel tentativo di ingaggiare Pearce Brosnan che la EON voleva fortemente ritenendolo perfetto per il ruolo ma il contratto che lo vincolava alla serie "Mai dire si" non fu alla fine risolto e con grande delusione dell'attore irlandese e della EON il suo ingaggio non si concretizzò, la storica casa produttrice dei film di James Bond si trovò costretta ad abbozzare comunque su un attore che aveva da tempo desiderato per il ruolo tanto che alla fine dopo mille tentennamenti Dalton accettò.
Il mio parere su Timothy Dalton è positivo: è un attore capace, un bell'uomo ed ha le doti atletiche per ricoprire le scene di azione che un film del genere richiede, dove sta il problema allora?
Il problema è che il suo Bond non ha un'aspetto caratteriale uno che si possa ricordare, forse proprio perchè al contrario di tutti gli altri attori che hanno incarnato la superspia britannica è quello a cui importava di meno recitare questo ruolo: Connery era glaciale e sofisticato, Lazenby vulnerabile ed atletico, Moore ironico e infallibile, Dalton è un pò di questo e un pò dell'altro senza eccellere in nessuna caratteristica se non che sia un attore di livello e questo bisogna dargliene atto ma la sua più grossa sfortuna è soprattutto di essere capitato in una delle avventure più dimenticabili e moscie della storia di 007 al cinema e non mi vergogno di dire che fa proprio schifo al cazzo.
L'inizio è buono con la bella intro dei tre agenti MI6 che si gettano da un'aereo e piombano sulla roccia di Gibilterra per l'esercitazione di routine dove vengono aggrediti da un attentatore finchè Bond compare con piacevole pathos ma già i titoli di testa con la stupenda canzone degli Ah - Ah che viene troncata ci fa capire che razza di patacca è questo film.
Bond è coinvolto nella diserzione dell'ufficiale russo Koskov interpretato da un inappropriato Jeroen Krabbe ( si pronuncia Ierun Crabei) che saltella nel film a destra e a manca, fornisce all'Intelligence Service una lista di spie bersaglio del KGB.
Durante l'operazione di espatrio da Bratislava 007 risparmia la vita ad un cecchino femmina che si scoprirà essere l'orrenda Bond girl del film Maryam D'Abo: sensuale come un materassino sgonfio con un naso orrendo e loffia nel suo sciropposo personaggio che zucchereggia con Bond in giro per il mondo, già perchè in questa avventura Bond deve vedersela con questo pastrocchio di trama fra doppi giochi dell'ovest e dell'est, fra buoni e cattivi senza spessore come il generale Puskin che è un buon diavolo ma niente di più, Whitaker interpretato da Joe Don Baker è uno dei cattivi più ridicoli mai visti in un film di Bond con il suo arsenale di giocattoli, lo scagnozzo Necros è il classico biondo un pò più stiloso di altri con la sua alta conoscenza dei sistemi elettronici tanto che uccide con un arcaico walkmen, devo dire che dopo un pò si fa anche fatica a capire che diavolo stiano combinando tutti i personaggi di questo cesso di film che tende a sgonfiarsi ogni secondo che passa oltre che sco(i)nvolgere lo spettatore.
La D'Abo svioloncella con Dalton mentre se escludiamo Q tutti i personaggi classici che circondano Bond come Felix Leiter, Money Penny, M non fanno niente per farsi ricordare anche a causa degli attori anonimi che li interpretano fino all'arrivo ad un epilogo con intrecci mediorientali che non emoziona se non nello scontro in aeroplano fra Bond e Necros.
Questo James Bond non è ne carne ne pesce, non è nuovo non è vecchio, non porta nessuno sviluppo al personaggio, un continuo diminuitivo: qualche gadgettino, qualche scenetta d'azione, qualche colpettino di scena insomma come ho già detto sucks balls.
Curiosa la foto della scheda di Film Tv in cui si vede Bond scivolare sui cavi dell'alta tensione su di un tappeto dando l'impressione che stia volando, questa scena fu ovviamente tagliata per quanto appare ridicola nell'esecuzione e nel contesto di un film in cui di umorismo ce n'è poco e di scarsa efficacia.
La cosa più bella del film e la si deve come sempre al grande John Barry, la canzone dal titolo omonimo degli Ah - Ah è bondiana e moderna al punto giusto e non tradisce neanche le sonorità tipiche del gruppo scandinavo ma la cigliegina sulla torta è il tema d'amore If there was a man che chiude il film affidato ai Pretenders e alla voce penetrante e suadente di Chrissie Hynde, una ballad romantica stupenda che può anche apparire sprecata per la qualità dell'intero film.
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