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I Goonies

Regia di Richard Donner vedi scheda film

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La recensione su I Goonies

di Andreotti_Ciro
8 stelle

Goone Docks è un elegiaco quartiere della città di Astoria, posta nel nord ovest degli States e luogo di ricordi d’infanzia sia per chi legge sia per chi sta scrivendo e non certo perché se ne conosca l’esatta posizione ma semplicemente perché nelle peregrinazioni cinematografiche o tv non è difficile essersi imbattuti nella piccola comunità residenziale fatta di case con massimo due piani e poste lungo viali alberati.

 

Da questo quartiere quattro decadi or sono si mossero, sotto la direzione di Richard Donner, la co-sceneggiatura di Steven Spielberg e all’ombra di una colonna sonora piena di musica pop, con Cindy Lauper e Le Bangles in prima linea: i Goonies, gioco di parole usato dai ragazzini protagonisti di una film divenuto pietra angolare del cinema degli ‘80ies e terminologia utile sia per identificare la loro provenienza sia per l’essere fondamentalmente degli ‘sfigati’, come spesso ci si sente a quell’età.

 

Un film che ancora oggi non risente degli anni che passano e una pellicola che seppe radunare il meglio del cinema giovane dell’epoca: da Corey Feldman, già protagonista di altri film adolescenziali recanti le cicatrici del passaggio verso l’età adulta, facile ricordarlo fra I protagonisti di Stand By me – Ricordo di un’estate (Stand by Me; 1986), a Sean Astin, poi rivisto nella trilogia de il Signore degli Anelli e nella recente serie revival Stranger Things (id.; 2016-in produzione). Fino a Josh Brolin, divenuto attore di successo e caratterista estremamente efficace in pellicole del calibro di Milk (id.; 2008), per la quale ha ottenuto la candidatura al premio Oscar come miglior attore non protagonista.

 

Donner, noto per aver diretto blockbuster quali Superman (id.; 1978), la serie di Arma Letale e Ladyhawke (id.; 1985), seppe gestire sapientemente un cast giovane ma già scafato, riempiendo di effetti speciali un film che scorre veloce per quasi due ore e nel corso del quale viene esaltato, seppur in minor misura, il continuo dialogo fra i protagonisti, con l’amicizia davanti a qualsiasi altro sentimento e con l’arrivo dei primi problemi dell’età adulta identificati con lo sfratto a opera del locale club di Golf.

 

Una pellicola che ancora oggi è ricordata come un perfetto prodotto per qualunque età, con il solo difetto di essere imbevuta di un eccesso di buoni sentimenti sommersi da qualche fragorosa risata.

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