Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
"Mi sono dedicato troppo tempo alle carte piuttosto che agli esseri umani. Nessuno può capire meglio di me quel ragazzo."
Pretty Boy Romano (John Derek) , una specie di Romeo dei bassifondi di San Francisco, è accusato di omicidio; toccherà all'avvocato Morton(Bogart) , che conosce il giovane perché anni prima il suo studio ne difese (male) il padre , patrocinarne la difesa .
Il film attraverso un lungo flashback raccontato in tribunale da Morton ricostruisce la storia del giovane , le cause e le motivazioni che lo hanno portato a delinquere, i traumi subiti in riformatorio, la giovinezza trascorsa nel quartiere malfamato, il rifiuto della religione ("sono in pace anche senza Chiesa" tuona alla madre disperata) l' amore di e per una donna , Emma, che proverà a cambiarlo, in barba allo scetticismo dell avvocato ( "tu ed Emma giocherete a nascondino con le guardie") che di bassifondi se ne intende , visto che anche lui viene da lì. Un lavoro nuovo, un quartiere ripulito, chissà se ripartire è possibile.
"Fa che sia fiera di te" gli sussurra la moglie, e lui Nick ci prova a cambiare. Ma la tara di una vita disagiata è un fardello ingombrante da portare sulle spalle. "Vivi in fretta, muori giovane,cerca di essere un bel cadavere", questo il motto a cui il ragazzo sembra ispirarsi.
Nick Ray condanna senza mezzi termini la società, responsabile in primis della creazione di criminali, nient'altro che vittime di un sistema che non è attento alle categorie disagiate; la parte centrale è occupata dal flashback che ricostruisce la vita di Nick Romano, inutile dire che i momenti migliori sono quelli in cui compare e recita Bogart (qui anche produttore ); la scena in cui studia chirurgicamente la giuria con una inquadratura in raccordo di soggettiva e la lunga arringa finale sono momenti di goduria cinefila da non lasciarsi sfuggire.
Detto questo il film è un occasione per godersi qualche pezzo di bravura, porta un po' scolasticamente la pagnotta a casa, ma ha il merito di non rabbonirsi nell'epilogo.
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