Regia di Duilio Coletti vedi scheda film
L'impossibile storia d'amore tra la bella e sfortunata Fiamma e il terribile Ali, mercante di schiave algerino che per amore si ravvede, accogliendo anche il figlio avuto dalla donna.
Poco più che un fotoromanzone, questo Il mercante di schiave, tratto dal romanzo I fuggiaschi firmato da Ferdinando Paolieri. E non molto altro, per Duilio Coletti, che non un esercizio formativo senza particolari pretese se non quelle di intercettare il pubblico della sala cinematografica nel bel mezzo della seconda guerra mondiale. La storia è quasi inesistente, i personaggi sono caratterizzati in maniera netta e i dialoghi spesso e volentieri traboccano banalità; l'argomento è poi roba neppure sorpassata, ma oramai preistorica: la storia d'amore tra un pirata nordafricano e una delle schiave da lui catturate per essere venduta. Per il 1942 presumibilmente il lavoro poteva anche avere un pubblico, ma oggi l'opera risulta decisamente datata e ostica (la parte più ostica, a essere precisi, è trattenere gli sbadigli). Coletti collabora anche alla stesura del copione, apponendovi il suo nome accanto a quelli di Cesare Lodovici e Nicola Manzari; la fotografia è di Aldo Tonti e l'assistente regista il giovane Vittorio Cottafavi. Tutto molto professionale, si capisce, ma questo non salva la pellicola dal risultare sostanzialmente insignificante. Enzo Fiermonte, Annette Bach ed Elena Zareschi sono gli interpreti più noti. 2,5/10.
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