Regia di Enrico Guazzoni vedi scheda film
I pirati imperversano e il Corsaro Verde è stato ucciso; il figlio del governatore viene catturato e sarà la figlia del Corsaro Verde a salvarlo e, alleandosi con lui, a sconfiggere i terribili nemici.
Un’ora e un quarto di avventure in (presupposti) scenari esotici, fra duelli ardimentosi e dialoghi fitti di retorica: La figlia del Corsaro Verde è un prodottino che senz’altro va incontro ai gusti e alle richieste di evasione dei suoi contemporanei – siamo nel 1940 – ma è anche una pellicola invecchiata maluccio, in maniera altrettanto evidente. Non solo perché gli argomenti sono passati molto presto di moda, ma anche perché di lavori di questo stampo nel dopoguerra ne usciranno a bizzeffe, riuscendo più incisivi e più convincenti pur nella loro dozzinalità. Non si discute insomma l’impegno dietro la macchina da presa da parte del veterano Enrico Guazzoni, che peraltro subito dopo licenzierà I pirati della Malesia, rimanendo insomma nell’ambiente; così come non si possono attribuire colpe o particolare pecche al cast tecnico e artistico, composti entrambi da buonissimi professionisti. Fra gli attori in scena vanno citati Doris Duranti, Fosco Giachetti, Camillo Pilotto, Sandro Ruffini, Tina Lattanzi, Mariella Lotti, Ernesto Almirante e, in due ruoli di contorno, Polidor e Primo Carnera, il gigante della lotta in quel momento all’apice della popolarità come interprete cinematografico. Il ritmo è piacevole, la storia un po’ frivola, ma come si diceva si tratta in fin dei conti di un prodotto di mero intrattenimento; la sceneggiatura di Alessandro De Stefani si muove da una riduzione di Nino Angioletti di un romanzo erroneamente attribuito a Emilio Salgari, ma in realtà di Renzo Chiarelli. 3/10.
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