Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Rivedere l'opera prima della trentacinquenne Lina Wertmuller (14/08/1928) fa sempre un certo effetto. Tanto più che la geniale regista romana di padre svizzero, ne firma la regia, il soggetto e la sceneggiatura offrendo un ritratto a tutto tondo delle proprie capacità e conoscenze. Ennio Morricone firma le musiche.
La storia è ambientata nella provincia pugliese e racconta della vita quotidiana di tre ragazzi in attesa di un cambiamento di vita, sospirato ma non profondamente desiderato.
Toni, Sergio e Francesco sono tre amici che, pur appartenendo a famiglie di classi sociali diverse, trascorrono oziosamente la quotidianità degli anni '50/ '60, in attesa perenne di un cambiamento passivo, ma sorseggiando mollemente i piaceri offerti dal vivere in un piccolo paese del Sud di Italia.
A Toni giungerà improvvisa e inaspettata la grande possibilità. Il Paese natio e gli agi consueti avranno il sopravvento.
Il film riproduce fedelmente l'Italia del tempo, e anticipa il percorso critico della nostra Nazione, saldamente legata a vincoli familiari e restia a mutamenti generazionali. L'opera prima della Wertmuller, che in precedenza era stata aiuto regista di Fellini ne La Dolce Vita e 8 1/2, consegna a perenne memoria, le ragioni storiche, del ritardo socioculturale che ancora ci allontana dagli Stati maggiormente progrediti, soprattutto nel Nord Europa. Il film, I Basilischi, rappresenta con feroce ironia, la mentalità e il modo di vivere Italiano, in perenne stato di insoddisfazione, ed in eterna attesa di miglioramento: a condizione che questo non alteri i ritmi acquisiti. Come affermava saggiamente Ennio Flaiano " L'Italia è un Paese dove sono accampati gli Italiani".
Viva il Cinema. Viva Lina Wertmuller.
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