Regia di Alan Rudolph vedi scheda film
I primi minuti raccontano quella che resta un’ipotesi abortita di storia: Mike lascia il paesino per cercare fortuna in California, ma durante il viaggio presta soccorso a una famiglia finita nel fiume con l’automobile e muore annegato. Il Paradiso immaginato dagli sceneggiatori hollywoodiani è il solito mondo asettico, che con le sue villette monofamiliari non differisce in nulla da un tipico quartiere suburbano USA. Ma ecco la complicazione decisiva: l’amata Kelly McGillis deve scendere sulla terra per incarnarsi in una nuova persona, e Timothy Hutton chiede di tornarci anche lui nonostante sappia di avere solo trent’anni per ritrovarla. La seconda metà, confusa e noiosissima, mostra in parallelo il matrimonio fallito di lei e le avventure picaresche a plausibilità zero di lui; trova un guizzo solo nella scena conclusiva, che mi sembra abbia una morale meno zuccherosa di quanto sembri (tutto sommato, la felicità non è di questo mondo). Continuo a voler bene ad Alan Rudolph per essere stato il pupillo di Altman nei lontani anni ’70, ma il suo successivo annacquamento è innegabile. Da segnalare la presenza non accreditata di Ellen Barkin e Debra Winger (all’epoca moglie di Hutton), quest’ultima irriconoscibile in un ruolo maschile.
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