Regia di Filipe Matzembacher, Marcio Reolon vedi scheda film
31° TGLFF - QUEER AWARD
Concepito come un mini-serial a fruizione televisiva, il brasiliano "O ninho" (Il nido) si sviluppa, almeno in questa occasione festivaliera, attraverso quattro puntate senza un epilogo, della durata di poco meno di mezz'ora ciascuna.
Seguiamo il viaggio di un giovane militare di nome Bruno che, approfittando di un week end di congedo, si mette sulle tracce del fratello maggiore, scomparso senza lasciare più tracce né notizie alla sua famiglia.
Grazie ad un vago appiglio di informazioni in proposito, il ragazzo raggiunge la città di porto Alegre, e qui conosce e si unisce ad un gruppo di ragazzi coetanei, omosessuali dal look piuttosto eccentrico che tende al punk.Assieme ai compagni, si mette sulle tracce del fratello, incontrando le persone che per ultime ebbero occasione di condividere momenti e situazioni con lo scomparso.
Da un duo registico (Matzembacher e Reolon) già noto negli ambienti festivalieri, ne scaturisce un prodotto televisivo senza (per ora) un epilogo chiarificatore, che tuttavia ha il pregio di procedere calmo e razionale verso la soluzione di un mistero che si sviluppa attraverso incontri costruttivi in grado di dimostrare come la tolleranza e la condivisione delle problematiche, così come la collaborazione e l'aiuto reciproco, diventano l'unica speranza per ottenere dei risultati concreti dinanzi ad un mondo incerto e senza basi per aspettarsi facili soluzioni consolatorie.
Un film che procede languidamente, senza fretta alcuna, lasciando spazio ai suoi giovani protagonisti di manifestare con naturalezza ognuno le proprie sfaccettature caratteriali, immune da ansie narrative e colpi di scena che tradirebbero ogni plausibilità compromettendo l'attendibilità di una fiction che punta al realismo più sfrontato e schietto.
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