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Utopians

Regia di Scud vedi scheda film

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La recensione su Utopians

di alan smithee
4 stelle

scena

Utopians (2015): scena

31° TGLFF - CONCORSO LUNGOMETRAGGI

Scud, regista hongkonghese piuttosto eccentrico e grande cultore dell'estetica, non poteva rinunciare a raccontarci delle ripercussioni giridico-sentimentali che si innestano quando un affascinante docente universitario finisce, col suo comportamento disarmante e disinibito, per irretire un giovane serio studente, fidanzato con una ragazza di religione cattolica molto tradizionalità e pudica.

Letteralmente conquistato dalla vita avventurosa ed intrigante del professore, il ragazzo perde di vista quei valori con cui intendeva costruirsi responsabilmente un'esistenza, incoraggiato dalla temdenza sempre più impellente di rivivere ad ochi aperti situazioni percettibili sempre più di frequente nei sogni, dove, al pari del noto scrittore Yukio Mishima, il ragazzo viene preso da un'estasi erotica che lo vede al centro di sfide e duelli tra giovani coetanei completamente nudi, vittima sacrificale di un'azione eroica in grado di elevarlo su dimensioni più nobili e degne di nota.

Ma l'avventura col professore finisce per rivelarsi solo un caso giudiziario scottante (un professore che abusa sessualmete di un giovane non ancora maggiorenne) che riempirà le pagine dei rotocalchi e tingerà di tonalità scandalistiche la vita attorno al ragazzo, fino a poci tempo prima considerato saggio ed irreprensibile.

La soluzione del dilemma morale e giudiziale sarà racchiusa in un cavillo legale che scaturirà da un segreto di famiglia a cui il ragazzo non avrebbe mai potuto pensare.

Pansessualità ed edonismo come forma di culto che eleva e nobilita: Mishima e prima di lui la cultura degli antichi greci pareva improntata su queste dinamiche di amicizia ed intesa virile tra uomini maturi e giovani discepoli.

Scud, furbetto e tendenzioso, ne approfitta più che altro per dirigere una bizzarra commedia erotica che si lancia in nudi a profusione, persino in scene di sesso piuttosto ostentate e in una masturbazione "reale" ed esplosiva da parte dell'attore protagonista: circostanza che non trova molta giustificazione col nesso narrativo portante, ma anzi sembra appiccicata strategicamente per puro intento malizioso e guardone da parte di un regista manierato e lezioso che dirige bene e si muove con gran classe, rifuggendo tuttavia le redini di una storia che parte già di suo piuttosto strampalata, per rifugiarsi tra le maglie inutili ed artificiose di un segreto di famiglia che non risulta molto attinente al resto della vicenda.

 

 

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