Regia di Suzanne Guacci vedi scheda film
31° TGLFF - CONCORSO LUNGOMETRAGGI
"Stuff" ovvero "roba", oggetti, cose, che risultano di per sé ingombranti o inutili, e che tuttavia ti riescono a mettere in contatto con quello che è stato, con le persone a cui si è voluto bene e che ora non ci sono più, e magari nei confronti delel quali si prova un senso di colpa per ciò che sarebbe stato opportuno fare, e invece è stato omesso per distrazione, incuria, o chissà cos'altro.
Sono i piccoli, apparentemente insignificanti dettagli dela vita di ogni giorno, che ci fanno talvolta capire quanto è valida e concreta la vita che ci si è costruiti e da cui ora, per mille vicissitudini, si sta progressivamente allontanando.
Il rapporto quasi quindicennale tra la dentista Trish e la casalinga Deb si sta progressivamente sfaldando: la seconda, madre naturale delle due bambine della coppia, si fa letteralmente in quattro per essere presente nei momenti cardine della vita delle figlie, mentre l'altra metà della coppia pare assente, protesa a concentrarsi su particolari affettivi privati che esulano dalla vita di coppia: la donna scopre che la madre si rifiuta di far costruire una lapide che onori le memorie del padre e marito deceduto ormai da cinque anni; e quando la donna scopre in un cassetto un taccuino colpo di propositi da concretizzare, scritto dal padre poco prima di morire, si convince che è sua responsabilità proseguirne con cura nel completamento di ogni singolo dettaglio.
ma intanto la sua vita familiare va a rotoli: si dimentica delle recite delle figlie, trascura la compagna, che trova rifugio, consolazione, e una sana attrazione fisica verso un'altra mamma single, tatuatrice dal fisico molto allenato che la circonda di attenzioni sempre più inequivocabili.
Stuff è un film delicato e sensibile che sonda scrupolosamente sulle sfaccettature che portano vicino alla deriva una coppia fino a poco tempo fa dall'apparenza perfetta ed inossidabile. la sceneggiatura scandaglia con rigore e una certa profondità le tematiche, ovvero le cause di un graduale distacco, evitando di perdersi per strada anche quando introduce storie parallele di odiosa ma abituale violenza domestica, o sposta per qualche prezioso attimo il suo centro di attenzione dalla coppia familiare ad un rapporto madre-figlia che risulta finemente tratteggiato.
Brave le due belle protagoniste, credibili ed espressive, oltre che molto affascinanti ma "possibili".
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