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Confirmation

Regia di Rick Famuyiwa vedi scheda film

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La recensione su Confirmation

di boychick
7 stelle

Film drammatico che offre diversi spunti di riflessione... Visione consigliata!

 

 

 

Film drammatico che riporta le vicende avvenute negli Stati Uniti nel 1991, in occasione dell'elezione a giudice della Corte Suprema di Clarence Thomas e le accuse di molestie sessuali rivolte contro di lui, da parte di Anita Hill.

Pellicola storica, all'inizio e alla fine, quasi un “film documentario”, che ripercorre, uno dei fatti che crearono più scandalo, sul quale ci fu un notevole accanimento mediatico, che ebbe risvolti sia negativi, sia positivi.

Si tratta di un film che richiede un certo impegno nella sua visione... è una pellicola dal ritmo lento, che ripercorre (il più possibile fedelmente) le vicende che avvennero in occasione dell'elezione di Clarence Thomas. E lo fa, concentrandosi unicamente sulle interviste, sulle ricostruzioni dei tg e dei giornali dell'epoca e sui commenti dei rispettivi interessati: Anita Hill (interpretata in modo egregio da Kerry Washington) e Clarence Thomas (interpretato da Wendell Pierce).

Perfetta la Washington nel mostrare i suoi sentimenti, e i suoi quattro diversi stati d'animo che la attraversano durante il film. Originariamente è dubbiosa, poi diventa motivata... verso la conclusione viene sopraffatta da un senso di rassegnazione... e, infine, riesce a trasmettere un senso di soddisfazione e compiacimento, grazie a ciò che (attraverso la lettura delle lettere) realizza essere riuscita a smuovere nella società americana.

 

La pellicola offre, infatti, numerosi spunti di riflessione. Per comprendere al meglio il film, potrebbe essere d'aiuto avere già qualche informazione in merito al caso in questione e rivedere la pellicola anche un paio di volte. Poiché, in una sola visione, potrebbe essere facile non comprendere in pieno il senso delle parole e capire al meglio la situazione che ci viene mostrata.

Detto ciò, gli spunti di riflessione che il film ci offre sono molteplici, la maggior parte ancora più che attuali. Il primo dei temi trattati è l'accanimento mediatico... “un linciaggio altamente sofisticato. Un circo di vergogna nazionale”. Così, durante l'udienza alla Commissione del Senato, Clarence Thomas.

Accanimento mediatico che, come ci viene mostrato anche nel film, può avere sviluppi positivi o negativi. Sicuramente negativi se si considera che, spesso, soprattutto per quanto concerne i reati sessuali, il passaggio da “vittima” a “colpevole” è breve. Spesso, di fronte a molestie sessuali (siano esse fisiche o psicologiche) c'è la paura di denunciare. Paura che corrisponde a vergogna, al timore di non essere capiti dagli altri e di essere giudicati. La pellicola (con una buona prova della Washington), all'inizio, si concentra proprio su questo aspetto: la paura, il dubbio, se denunciare o meno. Anita Hill dice infatti: “Sono molte le persone che hanno avuto il coraggio di farsi avanti... ma che da vittime sono diventate colpevoli”.

Poi, messa in guardia e convinta, ha deciso di rendere pubblico il suo dramma psicologico vissuto. E, indipendentemente, da questo caso, il messaggio che ci lascia è che è sempre meglio rendere pubblico, rendere noto, denunciare le ingiustizie subite. Il film ce lo mostra verso la fine. Quando Anita Hill legge una delle migliaia di lettere che le sono pervenute. In questa lettera, scritta da una donna si dice: “Sono 25 anni che faccio la cassiera e il mio capo mi tratta come se fossi di sua proprietà. Non ho mai detto niente a mio marito e ho paura. Mi sentivo sola, ma quando l'ho vista in tv ho finalmente pensato che ci fosse qualcuno che si stava battendo per me. Quindi la ringrazio”.

Infatti, indipendentemente dall'esito dalla vicenda e senza sapere chi dei due avesse ragione, questa storia è stata uno degli avvenimenti che hanno cambiato la cultura, il ruolo della donna, e il modo di pensare in America. Il fatto di denunciare le ingiustizie subite, di lottare contro i soprusi, di far sentire la propria voce è stato agevolato da questo scambio di accuse tra Clarence Thomas e la Hill.

Come riportato alla fine della pellicola, infatti, il numero di denunce di reati di molestie sessuali, dopo quella vicenda è pressoché raddoppiato, così come la rappresentatività femminile nelle istituzioni è aumentato. Le donne elette al Congresso, infatti, furono molte di più che in ogni altra elezione nella storia della Nazione.

 

Per il resto la pellicola, segue gli avvenimenti reali e mantiene un buon livello di obiettività. In film come questi, infatti, è facile rischiare di essere di parte... qui, invece, l'imparzialità è stata garantita. Certamente, ci si è soffermati più su Anita Hill e si è adottato il suo punto di vista. Però, si è riusciti a rappresentare anche la sofferenza del giudice Thomas e della moglie. Quando, infatti, la moglie va, in giardino, ad annunciare a suo marito la sua elezione a giudice della Corte Suprema, la regia si sofferma sul volto di Wendell Pierce, il quale fa trapelare, una gioia e un sollievo al limite del pianto.

Perciò, a mio avviso, la regia è ben riuscita ad essere imparziale e a dividere gli spettatori (così come era avvenuto realmente all'interno dell'opinione pubblica. C'era infatti chi credeva ciecamente in Anita Hill e chi no).

La cosa che più ho apprezzato del film, però, è che si è riusciti a far luce su alcuni aspetti che ogni giorno invadono le pagine dei nostri giornali. Ogni giorno sentiamo, infatti, parlare di scandali, abusi (se ci pensiamo la campagna elettorale americana che si è conclusa un paio di mesi fa, è stata a lungo giocata sull'attacco/difesa da scandali sessuali e linguaggio volgare... segno che a distanza di 25 anni in fin dei conti poco è cambiato), molestie, mobbing, discriminazioni.

E questo film si sofferma su queste cose. Pellicola impegnativa, da seguire attentamente e che fa (deve far) riflettere su tutti gli aspetti che presenta.

 

 

Riguardo alla pellicola, occorre, ricordare altri due attori (oltre ai protagonisti) che hanno dato un contributo importante alla realizzazione del film. La prima è un'agguerrita Grace Gummer (attrice che ho apprezzato recentemente in “The Homesman”).

Mentre, il secondo, è Jeffrey Wright (nel film nel ruolo di Charles), attore che aveva fornito una interpretazione convincente nella quarta e quinta stagione della serie tv “Boardwalk Empire”.

In questo film, Jeffrey Wright, ha fornito una più che buona interpretazione. La parte che più ho apprezzato è quando parla con la Hill prima dell'udienza: cerca di spronarla e le dice chiaramente che sta dalla sua parte, unendo il sarcasmo con una serietà profonda. “Ho studenti più qualificati di Thomas... E so che hai ragione tu”.

 

Film, perciò, consigliato!

 

A tutti auguro un buon proseguimento e un buon cinema!

 

 

 

 

 

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