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Divines

Regia di Houda Benyamina vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Divines

di alan smithee
7 stelle

Voglia di uscire dal ghetto,riscattarsi da una vita senza prospettive: la storia di Douina vive gli alti e bassi comunque drammatici di una fuga dal proprio grigio nido natale e vive la metamorfosi, fisica,caratteriale e morale di una ricerca di riscatto che porterà alla tragedia e al sacrificio.Un dramma solido che punta sui personaggi.

FESTIVAL DI CANNES 2016 - QUINZAINE DES REALISATEURS - CAMERA D'OR PER LA MIGLIORE OPERA PRIMA

Il riscatto della "bastarda": questo è il soprannome triste e triviale che si porta dietro la giovane Douina, figlia di una prostituta che esercita in un campo nomadi nella periferia parigina. desoderosa di riscatto e di allontanarsi dal ghetto, la ragazza, assieme alla inseparabile, pingue ed estrosa amica Maimouna, si improvvisa spacciatrice mettendosi al servizio della scaltra e spietata Rebecca. Nei momenti di relax, le due amiche si arrampicano tra i soppalchi delle quinte teatrali di uno stabile a fumare, e dall'alto della loro postazione la giovane spia e finisce per invaghirsi di un bel ballerino dall'aria tenebrosa che di giorno lavora come guardiano nello stesso supermercato ove le due amiche compiono piccole ruberie di dolciumi ed altri generi.

La trasformazione da anatroccolo a cigno farà si che Douina intraveda gli albori di una gloria e di un benessere che la proietteranno in un mondo letale ove capirà che è meglio fuggire.

Ci riuscirà, ma a caro prezzo, perdendo tutto: amica e sogno d'amore.

Divines, opera prima ricompensata con la prestigiosa Caméra d'Or a Cannes 2016 e vincitrice nella medesima categoria ai recenti Césars, è un'opera che riesce a coinvolgere lo spettatore gettandolo nella mischia, entro una storia che odora di sangue e della tragedia che si consuma nel dramma più cupo e disperato.

E che mette in campo tematiche scottanti come la discriminazione del ghetto, le probelmatiche si assimilazione tra ceti sociali; le bande giovanili; lo spaccio della droga come unica via per un riscatto che in realtà invischia sempre di più verso un punto di non ritorno.

Liberamente ispirato ai moti delle banlieues parigine del 2005, Divines è un film che coinvolge: scritto bene, soprattutto nel delineare con acuta sensibilità i caratteri esemplari dei vari personaggi - anche i minori, il film di Houda Benyamina sa farsi seguire, sa attirare l'attenzione, colpire al cuore con uno stratagemma classico: quello di far appassionare lo spettatore nei confronti della sua protagonista: vederla crescere, anzi trasformarsi da sgorbio del ghetto a gemma glamour in grado di catturare lo sguardo del boss dei boss per provare a fregarlo e a riprendersi il maltolto.

Un film che escogita, non senza una calcolata ma lecita scaltrezza, molti presupposti per farsi amare ed apprezzare, nonostante la tragedia incombente ed inevitabile, dura a digerire; infatti il film agisce e si pone nella rappresentazione dei fatti, con dignità e senza nascondersi in troppi inutili patetismi. Un esordio che conta, e che ha saputo farsi apprezzare dalla critica, che non ha mancato di esprimersi a suo favore, e pure, almeno in parte, dal pubblico, che ha saputo superare la durezza di molte situazioni, facendosi prendere dalla storia nel suo complesso.

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