Regia di Rachid Djaïdani vedi scheda film
Un mancato viaggio tra padre e figlio unirà un rapper in odore di fama col genitore obeso e solo del suo produttore, in un road movie attorno ai dieci porti della Francia che ispirarono il pittore Vernet, maestro di vedute e panorami marini. Un confronto generazionale impossibile non nuovo ma condotto con goliardica simpatia da due attori massicci"
FESTIVAL DI CANNES 2016 - QUINZAINE DES REALISATEUR
Far Hook, un rapper talentuoso della banliueu parigina, dal carattere riottoso come si conviene alla categoria, in vista di un concerto destinato a consacraelo definitivamente, si imbatte nel suo più acerrimo rivale e ne esce perdente: minacciato di morte, deve lasciare la città in attesa che si calmino le acque ed il suo produttore sistemi gli equilibri perduti. Costui allora approfitta dell'occasione per inviarlo presso il proprio obeso padre, pittore eccentrico intenzionato a ripercorrere la Francia dei porti per riprodurre, con una tecnica spartana da muratore, ma con risultati affascinanti, l'opera del celebre pittore di Luigi XV Vernet.
Ne scaturisce un inevitabile confronto generazionale che fa nascere una improbabile ma sentita amicizia tra due emarginati, rispettivamente dalla vita (l'anzisno) e dal successo e talento personale (il giovane rapper).
Gerard Depardieu, sempre più gigantesco, continua a mettersi a nudo senza sensi di colpa o di vergogna ed ogni suo nuovo personaggio sembra soprattutto un nuovo tassello per parlarci di se stesso. La malinconica sua figura, il suo ruolo di padre, drammaticamente ed inevitabilmente riporta alla sua condizione di padre nella vita e al dramma vissuto con la morte del figlio Guillaume. Anche quest'anno come lo scorso anno a Cannes (ma in concorso) col controverso Valley of love) e dopo l'apprezzato Saint Amour, il grande (in molte accezioni) attore si confronta nuovamente col ruolo di padre, smorzando qui i toni e virando sulla commedia spiritosa che non rinuncia ad un retrofondo di serietà.
In regia Rachid Djaidani, conosciuto qualche anno fa proprio alla Quinzaine con suo ancor più valido Rengaine, sempre incentrato su problematiche di convivenza e tolleranza tra culture ed identità decisamente poco accomunabili.
Il film punta sull'estro improvvisato del giovane rapper, sulla figura apparentemente poco tollerante di Depardieu, padre solo ed abbandonato che non capisce e non sa adeguarsi, e calpesta luoghi comuni già ampiamente affrontati dalla commedia degli opposti e delle inconciliabilità caratteriali. Ne scaturisce tuttavia qualche momento godibile, qualcuno piuttosto risaputo, per una commedia che non cerca la strada dell'originalità, ma si mantiene entro i binari già ampiamente tracciati del confronto generazionale apparentemente impossibile. Spunti interessanti e belle inquadrature di particolari (il cappello rosso del rapper pestato che viene trasportato da un rivolo d'acqua, altro scorrere lento di un rivolo d'acqua azzurra sporcata dalla pittura) fanno del film semplice e non privo di cliché, un'opera che cerca una propria dignità d'autore.
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