Nella moderna Mumbai, il serial killer Ramanna si muove ispirandosi alle gesta di Raman Raghav, spietato assassino seriale degli anni Sessanta. La sua ossessione nei confronti di Raghavan, un giovane poliziotto, continua a crescere a dismisura mentre lo segue da vicino senza che egli se ne renda conto. Arriverà però il momento in cui si troveranno faccia a faccia.
Ci sono elementi thriller familiari, ma l'energia tintinnante e adrenalinica delle performance e della trama dipana un climax inebriante. Da non perdere per gli amanti del genere.
film dopo film sempre un po' meno debordante, Kashyap trova maggiore rigore e incisività, diventando una sorta di specialista del poliziottesco indiano del terzo millennio. forma e tecnica altissimi, trame sempre molto (troppo) elaborate per essere veramente credibili...ma forse non è questo il punto.
Due diverse tonalità (o meglio origini) di cattiveria,un unico thriller entusiasmante e cupo suddiviso in capitoli incalzanti che contraddistinguono un cammino biblico al contrario,un percorso dalla luce verso il baratro della malvagità assoluta e fine a se stessa.Da un grandissimo regista indiano,una ulteriore conferma del suo talento non comune.
Violento thriller metropolitano "made in India" dalle malcelate ambizioni ma dal risultato modesto. In bilico tra il desiderio di fare un action travolgente e il tentativo di dare profondità psicologica ai personaggi, il regista finisce per fare il Tarantino in versione indiana
Negli anni '60 operava a Mumbai un assassino seriale, Raman Raghav, che si proclamò autore di 41 delitti e fu condannato a morte (condanna poi tramutata in prigione a vita per incapacità di intendere e di volere).
Ma il film non riguarda lui.
Nella Mumbai dei giorni nostri si aggira uno psicopatico che impreca piagnucolando contro la propria cattiva sorte e non esita a sfasciare la testa alla gente a colpi di crick. Il compito di dargli caccia tocca a un poliziotto strafatto, che pare più interessato a rimorchiare disinibite fanciulle in discoteca e a recuperare droghe varie che non ad adempiere al suo dovere di tutore… leggi tutto
Rawanna è convinto di essere uno strumento in mani superiori e di stare contribuendo alla pulizia del mondo.
Uccide pertanto otto persone, poi inizialmente arrestato e ritenuto un mitomane, viene lasciato fuoriuscire e così lui continua la sua opera, massacrando la famiglia della sorella, compreso il bimbo di 6 anni e con un sorriso stampato sulle labbra e la felicità nel… leggi tutto
UN ALTRO ANNO DI CINEMA VISSUTO INTENSAMENTE IN SALA volge ora al termine.
Trovo lungo e complicato, oltre che molto fine a se stesso, contare quanti film ho visto al cinema, inserendo in tale casistica, ovviamente,…
Nella Mumbai dei giorni nostri si aggira uno psicopatico che impreca piagnucolando contro la propria cattiva sorte e non esita a sfasciare la testa alla gente a colpi di crick. Il compito di dargli caccia tocca a un poliziotto strafatto, che pare più interessato a rimorchiare disinibite fanciulle in discoteca e a recuperare droghe varie che non ad adempiere al suo dovere di tutore…
34 TFF- FESTA MOBILE
Ad inizio film, prima ancora di spettacolari titoli di testa in cui i volti dei due incredibili protagonisti si alternano per lunghi primi piani cadenzati da volti digrignanti e deformati da espressioni innaturali, una scritta ci dice chi o cosa è stata una particolare persona, ovvero cio' che ha rappresentato a livello di minaccia per la sterminata…
Rawanna è convinto di essere uno strumento in mani superiori e di stare contribuendo alla pulizia del mondo.
Uccide pertanto otto persone, poi inizialmente arrestato e ritenuto un mitomane, viene lasciato fuoriuscire e così lui continua la sua opera, massacrando la famiglia della sorella, compreso il bimbo di 6 anni e con un sorriso stampato sulle labbra e la felicità nel…
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Commenti (5) vedi tutti
Ci sono elementi thriller familiari, ma l'energia tintinnante e adrenalinica delle performance e della trama dipana un climax inebriante. Da non perdere per gli amanti del genere.
commento di Stefano Lfilm dopo film sempre un po' meno debordante, Kashyap trova maggiore rigore e incisività, diventando una sorta di specialista del poliziottesco indiano del terzo millennio. forma e tecnica altissimi, trame sempre molto (troppo) elaborate per essere veramente credibili...ma forse non è questo il punto.
commento di giovenostaDue diverse tonalità (o meglio origini) di cattiveria,un unico thriller entusiasmante e cupo suddiviso in capitoli incalzanti che contraddistinguono un cammino biblico al contrario,un percorso dalla luce verso il baratro della malvagità assoluta e fine a se stessa.Da un grandissimo regista indiano,una ulteriore conferma del suo talento non comune.
leggi la recensione completa di alan smitheeViolento thriller metropolitano "made in India" dalle malcelate ambizioni ma dal risultato modesto. In bilico tra il desiderio di fare un action travolgente e il tentativo di dare profondità psicologica ai personaggi, il regista finisce per fare il Tarantino in versione indiana
leggi la recensione completa di GIANNISV66Negli anni '60 operava a Mumbai un assassino seriale, Raman Raghav, che si proclamò autore di 41 delitti e fu condannato a morte (condanna poi tramutata in prigione a vita per incapacità di intendere e di volere). Ma il film non riguarda lui.
leggi la recensione completa di champagne1